Cosa Nuova(d'importazione). Viaggio al centro della Triade

foto: ibossdichinatown.blogspot.com
Roma – Agli inizi dello scorso mese (prima puntata andata in pubblicazione il 6 febbraio), abbiamo iniziato a raccontarvi quali sono gli attori che in questi mesi stanno movimentando la vita della “Roma criminale”, cercando di capire quanta forza reale abbia quella che l'associazione antimafia Libera ha chiamato “Cosa Nuova”. Da tempo, però, gli esperti dell'antimafia lanciano anche un altro allarme: quello sulla sempre maggior presenza delle organizzazioni criminali straniere nel nostro territorio e le cui ambasciate, naturalmente, sono presenti anche – in maniera più o meno profonda – anche nello scenario criminale romano[1]. Ma per capire come le Triadi sono sbarcate nel Belpaese è bene fare alcuni lunghi passi indietro nel tempo.

29 luglio 1983. Mentre a Palermo Antonino Madonia – appartenente al mandamento di Resuttana, “ala-corleonese” di Cosa Nostra - uccideva il giudice Rocco Chinnici, un altro dei giudici che in quegli anni combatteva la mafia, Giovanni Falcone, si trovava a Bangkok, in Thailandia, per avere conferma di alcuni movimenti di denaro e droga tra la Sicilia e la Svizzera avvenuti poco più di un anno prima. Ad essere interrogato è Koh Bak Kin, cinese di Singapore, tra i più importanti narcotrafficanti dell'epoca e considerato uno dei fornitori più fidati delle famiglie siciliane. Sarebbe proprio lui, sostengono i magistrati, ad aver aperto il mercato dell'eroina a Cosa Nostra, con i primi viaggi intercontinentali di Kin, noto anche come Kim, Antonio e Antony Ko, che avvengono già nella prima metà degli anni Settanta.
Il narcotrafficante ha contatti con il clan Riccobono di Partanna Mondello, con Gaspare Mutolo che ne è il contatto diretto in Sicilia e con Gianfranco Urbani, detto “Er Pantera”, il cui curriculum annovera rapporti con il clan catanese dei Santapaola, la reggenza della versione romana della 'ndrina calabrese dei De Stefano e della Banda della Magliana.

Proprio grazie all'eroina comprata dal connubio Koh Bak Kin-Cosa Nostra (che al trafficante paga un “prezzo di favore”) la banda poté dare il via a quella scalata al potere criminale più volte raccontata in film e libri. Insieme alla droga, comunque, Kin si porta appresso anche un'altra cosa: le Triadi cinesi.

Battesimo tra mito e realtà. Narra la leggenda – come racconta Yari Selvetella nel suo Roma. L'impero del crimine - che il mito della nascita del crimine organizzato cinese sia da ricercare tra i monaci buddisti del tempio di Shaolin, provincia dell'Henan, nella zona centrale dell'attuale Repubblica Popolare Cinese, che proprio nel tempio avevano instaurato la prima sede clandestina della resistenza agli invasori manciù nel 1644.
Hong Mon, “Società del Cielo e della Terra”, è il nome che danno alla prima di quelle società che poi andranno a formare il vasto universo delle Triadi (o Tiandihui). Dalla distruzione del tempio – avvenuta per mano dell'esercito mancese trent'anni più tardi – riescono a mettersi in salvo solo cinque monaci, noti come “le Tigri di Shaolin” i quali, rifugiatisi nella provincia meridionale del Guangdong, avrebbero fondato altrettante società sul modello della ”Hong” originaria.
L'ideogramma che nella lingua cinese rappresenta questo termine, peraltro, contiene un triangolo, che rappresenta la relazione armoniosa tra tre elementi: uomo, cielo e terra. È da qui che, secondo il mito, nascono le “triadi” (dette anche “società nere”).

La fondazione secondo l'interpretazione storica, però, è un po' diversa. La prima triade, come ricorda ancora Yari Selvetella sul suo libro, viene costituita intorno alla metà del diciottesimo secolo come società di mutuo soccorso per commercianti, ma diventa ben presto una combriccola di pirati e contrabbandieri, la cui repressione da parte dello Stato centrale portò alle prime emigrazioni. Nel 1911 gli appartenenti alle triadi arrivano a toccare la cifra di trentacinque milioni. Il primo capo di governo della Repubblica cinese, Sun Yat-Sen – scrive Jean François Gayraud in Divorati dalla mafia. Geopolitica del terrorismo mafioso - è a capo della Società delle Tre Armonie, una delle triadi più potenti del mondo.

Ai tempi della presidenza di Mao Tze-Tung (1943-1976) le cose per gli appartenenti alle triadi si fanno decisamente complicate, per questo molti decidono di rifugiarsi a Taiwan, dove si erano rifugiati molti nazionalisti, ad Hong Kong – all'epoca protettorato britannico – ed a Macao, battente bandiera portoghese, dove vennero formate molte delle organizzazioni della criminalità cinese che poi sbarcheranno – insieme all'eroina – in Occidente, come la 14K (il gruppo più potente ad Hong Kong, link in inglese)[2] o la United Bamboo Gang, la più importante delle triadi di Taiwan[3].

Viaggio al centro della Triade. Tra i principi su cui si basa la struttura delle triadi c'è il guanxi, un sistema relazionale di aiuto reciproco che rende le triadi simili a delle “famiglie allargate” in cui il vincolo – come per Cosa Nostra – è sia territoriale che parentale, come avviene per le 'ndrine calabresi. A ciò va aggiunta la difficoltà di penetrazione del gruppo, derivante dalla ben nota chiusura della comunità cinese verso gli “estranei”.

A legare gli affiliati c'è – così come avviene per le organizzazioni italiane – un forte simbolismo riscontrabile già con il rito di affiliazione, dove un maestro di cerimonia, detto Heung Chu, taglia la testa ad un gallo vivo, raccogliendone il sangue e mescolandolo con spezie e vino. Dopodiché lo stesso cerimoniere pratica un taglio al dito medio della mano sinistra del novizio (similmente al rito di affiliazione di Cosa Nostra), mescolandone il sangue con l'intruglio precedentemente preparato, che dovrà essere bevuto dal “battezzato”, il quale dovrà pronunciare ben trentasei promesse, tra le quali quella “di fedeltà completa” alla triade, che recita: «Se io, futuro membro dell'associazione, romperò il giuramento, le spade cadranno e mi uccideranno». La pergamena su cui è scritto il giuramento viene poi bruciata nell'incenso, così come vengono bruciate le immagini sacre da calabresi (che hanno in San Michele Arcangelo il loro protettore) e siciliani.

Una delle particolarità delle triadi è che ogni ruolo gerarchico assunto dall'affiliato porta con sé un numero, riconducibile alla numerologia taoista: il Sey Kow Jai, il gradino più basso della piramide, è un “numero 49”. Sopra di lui c'è il “ventaglio di carta bianca”, o Pak Tsz Sin, numero 415, che svolge compiti amministrativi e finanziari. Ancora più su troviamo il “bastone rosso”, o Hung Kwan, numero 426, che svolge compiti di sicurezza ed al quale sono affidati il mantenimento della disciplina all'interno del gruppo e la responsabilità dell'arsenale. Al gradino superiore si trova il Cho Hai, o “sandalo di paglia”, numero 432, incaricato di trasmettere le informazioni.
Sopra il Cho Hai si trova il vertice vero e proprio della Triade, dove i ruoli sono identificabili tutti con il numero 438: Sinfung, o “guardiano del vento”, a cui è affidata la sorveglianza interna e che risponde al Mengzheng, il garante delle alleanze. Terzo, in ordine di importanza, il già citato cerimoniere, che risponde solo al vicario del capo, detto Fu San Chu ed al vertice della triade, il San Chu o “testa di dragone”, la cui posizione gerarchica corrisponde al numero 489.

Puntate precedenti
parte 1: Roma, finita la pax di "Cosa Nuova"?
parte 2: Roma, aperto il "laboratorio Cosa Nuova". Dagli anni Settanta
parte 3: Diplomazia criminale firmato Cosa Nuova
parte 4: Cosa Nuova. Canta Napoli e Roma risponde (col botto)
parte 5: Michele Senese, il "puparo" con l'accento napoletano
parte 6: Cosa Nuova. L'Aspromonte, l'ottavo colle di Roma
parte 7: Cosa Nuova. L'industria dei sequestri di persona
parte 8: Cosa Nuova. Il "nodo" Calò
parte 9: Cosa Nuova. Il patto dell'ortofrutta

(10 - Continua)


Note
[1] http://senorbabylon.blogspot.com/2012/02/diplomazia-criminale-firmato-cosa-nuova.html;
[2] http://en.wikipedia.org/wiki/14K_Triad;
[3] http://en.wikipedia.org/wiki/Bamboo_Gang;