L'obiettivo ufficiale era «un gruppo di sospetti insorti che si riteneva fossero in marcia per attaccare una certa unità congiunta di militari afghani e dell'Isaf». “sospetti” insorti...si riteneva...una certa unità: queste tre affermazioni mi danno da pensare. Mi fanno pensare al pressappochismo delle operazioni del contingente “per la liberazione dal terrorismo” in suolo afghano – e a questo punto anche in suolo iracheno ed in ogni altra zona in cui l'Alleanza Atlantica ha inviato contingenti – perché io credo, stando ai film di guerra che mi capita ogni tanto di guardare, operazioni simili devono essere precise in ogni minimo dettaglio, o forse mi sbaglio?
Ma andiamo avanti: i famosi “ribelli” a cui le forze di pseudo-pace della Nato davano la caccia (con gli aerei poi mi dovranno spiegare come fanno...) si è poi rivelato essere un convoglio composto da tre civilissimi minibus. E questo dovrebbe farci capire ancora una cosa in più sull'idiozia della guerra: neanche la tecnologia più intelligente che possa essere progettata è in grado di capire la differenza tra un terrorista ed un civile, altrimenti – se un missile fosse davvero intelligente quanto dicono – una volta sganciato compirebbe una rotazione di 180 gradi e non andrebbe a colpire un asilo nido con 3.000 bambini o un villaggio di case di fango e paglia, ma andrebbe a colpire chi ha premuto il pulsante per la fuoriuscita del missile – in realtà mero burattino nel gioco della geopolitica mondiale – oppure andrebbe a colpire direttamente chi quella guerra l'ha voluta, come le banche (le principali sono ai primi posti per il finanziamento delle aziende che producono armi) o i petrolieri, perché sono loro i veri “terroristi”. Tutte le bombe, le testate nucleari, i missili intelligenti dovrebbero essere un po' come Carmela, la bomba intelligente cantata dal gruppo della 99 Posse e dai Bisca fino a qualche anno fa.
«Un bombardamento aereo» - si legge ancora nel comunicato - «ha causato un certo numero di morti e feriti». Eh già: ai burattinai, a quelli che fanno le guerre perché altrimenti ci sono migliaia e migliaia di armi prodotte ed inutilizzate, a quelli che fanno le guerre perché il petrolio, l'uranio o qualunque altra risorsa naturale costa troppo non interessa se quei civili avevano una famiglia, dei figli, magari erano anche contenti dell'intervento della “forza democratica” che avrebbe sicuramente migliorato il loro modo di vivere, a loro non interessa se con le bombe uccidono non solo migliaia di bambini, ma anche i loro sogni, le speranze loro e quelle dei loro familiari di potere un giorno vivere in un futuro roseo. No, per i burattinai questi sono solo “gli effetti collaterali”, sono le cifre sulle quali poter rifinanziare gli interventi nelle zone di guerra. Numeri, sono solo numeri. E dunque va bene il comunicato di cordoglio: «Ci dispiace, non volevamo. Ma state tranquilli perché apriremo un'inchiesta», dicono. E intanto, mentre l'inchiesta viene aperta i militari possono continuare a fare rastrellamenti casa per casa, rapendo ed arrestando a piacimento gli uomini e violentando donne e bambine, mentre i burattinai continuano a stuprarne i villaggi, le città ed i paesi con l'unico scopo di arraffare il più possibile ed aggiungere biglietti verdi ai loro conti in banca, in attesa di scatenare la prossima crisi, la prossima bolla speculativa o la prossima guerra con il beneplacito dei governi dei paesi invasi. Perché «noi esportiamo la pace, cazzo», come direbbe Gaber.
«Ho chiarito alle nostre forze che noi siamo qui per proteggere il popolo afghano, e uccidere o ferire inavvertitamente civili mina la fiducia nella nostra missione» dice Stanley McChrystal, di professione generale. Ok, ma da chi devono essere difesi? Dallo spauracchio di Al Quaeda? Cioè da «la base» - questa la traduzione dall'arabo – di un terrorismo che si fa passare per islamico ma che in realtà, libro di storia alla mano, è invenzione degli americani in funzione anti-sovietica? O forse dal Premio Nobel per la Guerra Obama? No, neanche da lui, perché altrimenti i militari dovrebbero tornarsene ai loro paesi di origine e non occupare con la forza un paese straniero. E allora da cosa stiamo difendendo gli afghani, gli iracheni e tutti gli altri? O forse, con la scusante della “guerra per la pace”, stiamo semplicemente difendendo il nostro diritto di dominio sul resto del mondo?
Finisco questo articolo raccontandovi una storia. Una normale storia di guerra, di quelle che possono capitare – come abbiamo visto – ogni giorno. Per farlo ci spostiamo a Lashkargah, non molto lontano da Marjah.
Maryam ha 5 anni, è nata a Taywara, nella provincia centrale di Ghowr e si è trasferita ad Helmand, dove la sua famiglia (padre, madre, un nonno, uno zio, quattro fratelli e due sorelle) cercava fortuna, finendo a vivere nel campo profughi di Mahajor, alle porte di Lashkargah. 20 kg è il peso dello scatolone di volantini informativi delle forze di occupazione Nato che la schiacciano, alle tre del mattino del 27 giugno dello scorso anno. Solitamente questi scatoloni si aprono durante la caduta, lasciando cadere i volantini in una pioggia cartacea. Quello, evidentemente, era difettoso. Può succedere, d'altronde chi di noi non si è mai trovato di fronte a qualcosa di difettoso? Per molti giorni la piccola Maryam è stata operata nell'ospedale di Emergency, dove di fatto le è stata ricostruita tutta la parte inferiore del corpo. Ciò ha due risvolti importanti:
- Come potrà vivere una bambina, quindi una futura donna, senza organi genitali in un paese come l'Afghanistan?
- Cosa potrà rispondere, un giorno, a chi le dirà che quegli uomini che le hanno spaccato in due le ossa, erano lì per difenderla e per “portare la pace”?
Io, al suo posto, risponderei che una bomba può essere intelligente quanto vi pare, ma se a comandarla è una persona "non intelligente quanto la bomba", gli effetti saranno gli stessi di una bomba “ignorante”.