Ecco perché militarizzare le città non serve...

Prato – Sono arrivati i militari, addirittura la Folgore, ma il morto ci scappa ugualmente.
È quel che è successo la notte scorsa all'ospedale cittadino dove Mariso Mordini, 72enne, è stato accoltellato da Aida Halilovic, 22enne nata e cresciuta in Italia e di origine rom (ma – è bene sottolinearlo nell'insulso clima xenofobo imperante in questo periodo – italianissima...).

Fin qui la notizia “nuda e cruda”, come si suol dire. Il perché dell'omicidio non è chiaro. La giovane dice di essere stata importunata, ma essendo di origine rom non esiste al mondo che possa venir considerata veritiera – o parzialmente tale – la sua ricostruzione.
Le strade di Mariso e di Aida, tra l'altro, non si sarebbero mai incontrate se in questo paese le regole venissero rispettate. La giovane, infatti, era stata condannata in precedenza a tre anni per furto e tentata estorsione con obbligo a non uscire di casa dalle 21 alle 9 di mattina.
Per quale motivo si trovasse in giro, e per quale motivo nessuno abbia controllato – e presumo non l'abbia fatto mai – che questo obbligo venisse rispettato rimane un mistero, in particolare se si pensa che questa città, lo ricordo per i non pratesi, è entrata a far parte del “programma di protezione militare” per il quale – come ricordavo in apertura – la nostra città è piena (almeno sulla carta) di militari.

Ed è qui che io vedo il corto circuito. Perché questo episodio è la c.d. “prova provata” dell'inutilità del dispiegamento di forze voluto dal Ministro dell'Interno. Il pacchetto sicurezza – a rigor di logica – dovrebbe essere stato fatto, oltre che per dei beceri giochini di chi stando comodamente seduto in un ministero non vive più nella realtà, anche per aumentare la sicurezza in questo paese. Ma se gli omicidi, gli stupri, le rapine continuano ad esserci (prima del pacchetto sicurezza diminuivano, ora credo aumenteranno per il semplice motivo che ne saranno registrati di più...) sono veramente utili questi “magnifici” militari?
Militarizzare le città – ovviamente non i quartieri “a rischio”, come Le Vele o Scampia a Napoli o lo Zen a Palermo, non sia mai che si vada ad attaccare la criminalità vera come la mafia, che quella porta ancora voti – è ormai comprovato non essere la soluzione adatta. In particolare se la sensazione di insicurezza viene montata ad arte dal governo. E noi, popolo televisivo, gli andiamo dietro come tante pecore...