I sotterranei del Vaticano


Convegno segreto tra vertici ecclesiastici e multinazionali sugli organismi modificati che dividono la Chiesa
di Luca Fazio per Il Manifesto

Ingo Potrykus, il padre del golden rice, il riso Ogm arricchito di betacarotene e vitamina A della multinazionale Syngenta, lo stesso che è stato illegalmente somministrato ai bambini cinesi in via sperimentale, viene chiamato dalla Svizzera per risolvere un problema che deve restare segreto. L'uomo più importante di un potentissimo stato straniero, Joseph Ratzinger, ha appena messo nero su bianco che «la campagna di semina degli Ogm, che pretende di assicurare la sicurezza alimentare...rischia di rovinare i piccoli agricoltori e di sopprimere le loro semine tradizionali, rendendoli dipendenti dalle società produttrici di Ogm». Una catastrofe. Un'affermazione che rischia di mandare all'aria un piano internazionale che vede implicate le alte sfere del Vaticano e che mira all'assoggettamento perpetuo del patrimonio alimentare del mondo.Considerato l'alone di mistero e imbarazzo che circonda la cinque giorni di convegno rigorosamente a porte chiuse che comincia oggi in Vaticano - «Le piante transgeniche per la sicurezza alimentare nel contesto dello sviluppo» - questa potrebbe essere la trama del sequel di Angeli e demoni, il thriller che sta sbancando i botteghini pescando nel torbido dei sotterranei del Vaticano (nemmeno L'Osservatore Romano è stato inviato al convegno organizzato con la benedizione di Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della pontificia accademia delle scienze pro Ogm, nonostante il parere del papa).Il mondo è ansioso di sapere con quali sottigliezze tecnologiche la chiesa darà il via libera all'invasione degli Ogm, nel frattempo vediamo chi sono le altre «star» internazionali chiamate a recitare la parte della scienza che conduce affari eticamente, per il bene dell'umanità e per risolvere il problema della fame nel mondo. C'è Eric Sachs, vecchia volpe della Monsanto, ci lavora da trent'anni. Non si tratta propriamente di uno scienziato, è una specie di «imbonitore» che gira il mondo parlando di «sviluppo della conoscenza e dell'accettazione delle piante transgeniche» per reclamizzare innocuità e benefici dei suoi prodotti, ignorando tutti gli studi che sostengono il contrario; gli ultimi due sono stati resi noti pochi giorni fa, il Consiglio nazionale delle ricerche scientifiche di Buenos Aires ha dimostrato che il diserbante Roundup di Monsanto è altamente tossico e cancerogeno per le popolazioni che vivono nei pressi di campi di soia modificati (e lo stesso erbicida, secondo l'Università della Georgia, provoca la diffusione di un'erba infestante, l'Amaranthus palmeri, che sta invadendo gli Stati uniti del sud). Non è da meno un altro pezzo grosso del biotech, Adrian Dubock, uno dei fondatori di Syngenta che oggi è impegnato in libere consulenze. Tra le comparse, invece, figura un certo Andrew Apel, giornalista che si occupa di Ogm dal 1996 (sembrerebbe un esperto di finanziatori più o meno occulti di facinorosi oscurantisti anti-biotech). Poi, fuori dalle segrete stanze del Vaticano, sono diversi i fiancheggiatori che attendono la lieta novella, come Gilberto Corbellini che sulle colonne de Il Sole24Ore – che sempre ospita i suoi anatemi – mescola un po' le carte pontificando sulla «memoria di Galielo che verrebbe insultata» rinunciando agli Ogm e punta l'indice contro «qualche fanatico» che disturba sia all'esterno che all'interno della Chiesa, «che evidentemente trae soddisfazione e opportunità di potenza dalla sofferenza umana». (?)Purtroppo per Corbellini & Company è difficile rivendicare la scientificità in senso galileiano per difendere una iniziativa unilaterale come questa che trasforma per cinque giorni il Vaticano in una succursale marketing delle multinazionali biotech. Non una voce fuori dal coro è stata inserita tra i relatori. Lettere di protesta formali sono state praticamente stracciate. Come quella che a nome dell'Unione dei missionari irlandesi ha scritto padre Sean McDonagh, il quale per tutta risposta ha ricevuto un messaggio di Piero Morandini, l'unico scienziato italiano invitato, che si conclude così: «Chi si oppone agli Ogm ha una visione del mondo pagana che vede l'uomo come un cancro...». Toni deliranti che probabilmente hanno scoraggiato anche i «fanatici» del Cisde, un network di 16 organizzazioni cattoliche europee e nordamericane con una grande esperienza sui temi della sicurezza alimentare che hanno inviato proteste ufficiali alla pontificia accademia delle scienze. E dire che monsignor Sanchez Sorondo, per rendere meno scontato il nuovo thriller del Vaticano, avrebbe almeno potuto invitare uno dei 400 ricercatori che hanno redatto l'ultimo rapporto dell'International Assessment of Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development; è stato commissinato dalla Fao e dalla Banca Mondiale, è stato condiviso da 60 paesi del nord e del sud del mondo, e in sostanza dice che gli Ogm non hanno un ruolo determinante nel garantire la sicurezza alimentare. Davvero vogliamo lasciare il papa nell'ignoranza?