Traffico internazionale di organi, arrestato ex ufficiale israeliano a Fiumicino

foto: roma.repubblica.it

Roma - Tauber Gedalya (nella foto), 77 anni, ex ufficiale israeliano riconvertitosi al traffico internazionale di organi, è stato arrestato ieri presso l'aeroporto di Fiumicino in un'operazione congiunta tra la Polizia di frontiera italiana e l'Interpol.

Latitante dal 2010, quando era stato spiccato contro di lui un mandato di cattura internazionale emesso dal Tribunale dello stato di Pernambuco, in Brasile, è stato arrestato all'aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino, diventato da tempo uno dei punti di transito più importanti sulle rotte dei traffici internazionali (soprattutto di droga) dagli agenti guidati dal Dirigente della Quinta Zona Antonio Del Greco e dal Responsabile della polizia di Frontiera Rosario Testaiuti in una operazione congiunta con l'Interpol.
Proveniente da Boston, il suo arresto è stato possibile grazie ad un agente della Polizia di frontiera che, resosi conto della contraffazione del suo passaporto, ha avvisato il suo supervisore, dando il via all'accertamento. Attualmente Gedalya si trova nel carcere di Civitavecchia.

Dal 2002 il gruppo che faceva capo a Gedalya aveva stabilito la propria base operativa in Brasile, uno degli snodi più importanti nella rete internazionale del traffico d'organi (per chi volesse approfondire suggerisco l'ottimo documentario “H.O.T. - Human Organ Traffic” a cui ha lavorato il giornalista de L'Espresso Alessandro Gilioli, qui un estratto). Dal Brasile, le vittime venivano mandate in Sud Africa dopo essere state sottoposte ai rituali esami clinici, che si fanno anche nel mercato degli espianti illegali. Era qui, infatti, che venivano materialmente eseguite le operazioni mediche, per lo più espianti di reni per i quali ai cittadini brasiliani – 19, per ora, i casi accertati riferibili al gruppo – venivano pagati tra i 6.000 ed i 12.000 dollari.

Al momento, non ci sono notizie sull'eventuale coinvolgimento di centri o pazienti italiani, stando a quanto ha dichiarato al quotidiano Repubblica Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti (Cnt), che evidenzia come «per questa operazione occorre mettere in piedi una sala operatoria clandestina per l'espianto, un laboratorio clandestino per le analisi e un'altra sala illegale per il trapianto, ma anche un sistema per il follow up clandestino». Per questo, basandosi sui circa 2.000 soggetti monitorati dal Cnt, Nanni Costa ha parlato di un traffico «assolutamente marginale». Le implicazioni sociali, criminali ed economiche di un traffico capace da solo di generare tra 640 milioni ed 1,2 miliardi di dollari all'anno però, marginali non lo sono affatto.

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