A carte scoperte…

C'era una volta...
ah no, ho sbagliato incipit. È che la storia di qualche settimana fa che ha tenuto in scacco tutto il continente – quella relativa alla nube islandese – sembra sempre più essere una di quelle storielline da “c'era una volta”: una favola (o una panzana, dipende dalla raffinatezza intellettuale che le si vuol dare...).
Per chi non lo ricordasse – considerando l'estrema velocità di spostamento di focus dell'informazione attuale – tra aprile e gli inizi di questo mese il vulcano Eyjafjallajökull aveva deciso di far sentire il proprio ruggito mettendosi ad eruttare, causando così il blocco totale dei voli in gran parte dell'Europa. O almeno questo è quello che i media maistream ci hanno raccontato.
Già, perché nonostante non se ne parli più – guarda caso – la BBC ha intervistato un responsabile di Eurocontrol (l'organizzazione internazionale il cui compito è quello di mantenere efficiente il sistema del controllo del traffico aereo sui cieli europei) il quale ha ammesso candidamente che il loro “supercervellone” aveva fatto dei calcoli errati, e che quindi – come la maggior parte delle pre-visioni meteo – anche questa era ricaduta sotto la specifica sezione del “terno al lotto”. Io non sono un esperto di questioni legate al meteo (ed in generale non sono né un grande esperto né un grande appassionato di scienza), e dunque – stando a quanto raccontavano quegli “esperti” che quotidianamente vedevo alternarsi in tv e sui giornali – mi aspettavo qualcosa di molto simile al filone apocalittico della filmografia hollywoodiana, con l’oscuramento dei cieli, piogge di cenere e frattaglie simili, visto che più o meno era questo lo scenario che andavano rappresentando questi “esperti”. Invece il cielo era particolarmente sereno, eccezion fatta – ovviamente – per quelle scie che lasciano spesso gli aerei lungo la propria strada.
No, ferma un attimo: c’è il blocco totale dei voli e io vedo comunque le scie degli aerei? Qui c’è qualcosa che non torna! Anche perché quei piloti dovevano essere alquanto alticci, viste le traiettorie a zig-zag (quando non direttamente circolari…) che facevano fare ai propri velivoli. Ma facciamo un passo indietro, torniamo al novembre dello scorso anno, quando – seppur come breve – campeggiava sui nostri giornali questa notizia:
«Pechino – I meteorologi dell’Ufficio Modificazione del Tempo della capitale cinese hanno “bombardato” le nuvole con 186 dosi di ioduro d’argento per approfittare del brusco calo della temperatura e alleviare la persistente siccità che ha colpito la zona».

D’accordo che invece della pioggia arrivò direttamente la neve, ma un dicastero con tale nome mi fa venire in mente gli X-Men, il fumetto (poi diventato cartone animato e serie di film) della Marvel nel quale uno dei personaggi – Tempesta – aveva il potere di utilizzare a proprio piacimento il clima e le forze della Natura. Delle due l’una: o la mutante del fumetto lavora in quell'ufficio in Cina oppure, come il nome fa pensare, l’uomo è in grado di controllare il clima, e dunque anche le forze naturali che lo modificano. È esattamente quello che succede con quelle scie che lasciano gli aerei e che in alcune serate colorano di un colore tra il rosso ed il rosa i nostri cieli e che qualcuno – quegli stessi “esperti” di cui sopra – ci dice essere normale condensa dei motori degli aerei. Che io sappia, però, le scie di questo tipo durano decisamente meno di quelle che spesso vediamo e che solitamente rimangono ben visibili per molte ore e che, come si vede da queste foto
   
dove peraltro è evidente come queste non provengono esattamente dai motori. Per cui è un discorso squisitamente logico: se le scie di condensa devono provenire dai motori, quelle non sono scie di condensa. E allora cosa sono?
Sono composti chimici – da qui il nome scie chimiche – di sostanze come alluminio e bario (che sappiamo tutti essere alla base di qualsivoglia programma di “green economy”) utilizzate proprio per fare quello per cui l'ufficio cinese è stato creato: modificare il clima. O, eventualmente, per avvelenare le coltivazioni al fine di costringere i contadini ad utilizzare gli o.g.m. (il cui brevetto è in mano alla Monsanto, una delle più grandi multinazionali del mondo), o per chissà quale cosa. Da qui l’ennesima domanda: che la nube sia stata solo un diversivo per far scorrazzare questi aerei in tranquillità mentre noi “comuni mortali” eravamo bloccati negli aeroporti? E, di seguito: che tutto l’affaire-“global warming” sia un bluff?
A quest’ultima domanda non so rispondere (o meglio, lascio ancora il beneficio del dubbio). Certo, se però penso che Enrico Papi ha smontato uno dei principali pilastri di questa teoria…Di cosa parlo? Uno dei “pilastri” della teoria del global warming – come il profeta de noantri Beppe Grillo ha apocalitticamente sostenuto a più riprese - è che con il surriscaldamento globale si scioglieranno i ghiacciai e, dunque, l’aumento del livello delle acque sommergerà le terre. Una situazione molto simile a “Waterworld”, il film di Kevin Reynolds del 1995 con Kevin Kostner come protagonista. L’altro giorno ero a fare zapping e il telecomando si fermò proprio sul programma di Papi, uno dei tanti quiz a premi che infestano la televisione, nella quale veniva posta una domanda proprio sullo scioglimento dei ghiacciai e l’eventuale innalzamento dei ghiacciai. La risposta errata delle concorrenti veniva contrapposta al principio di Archimede (roba che ci insegna(va)no alle elementari) secondo il quale con uno scenario del genere il livello delle acque non si alzerebbe neanche di un millimetro, e non credo si possa tacciare Archimede di incapacità, a meno di non mettere in discussione la scienza in toto. Si può – di contro – mettere in discussione gli “esperti” del global warming (e Beppe Grillo…) perché, alla luce di quanto sostenuto dal matematico e fisico siracusano o questa masnada di “esperti” sono un branco di ignoranti in materia peggiori del sottoscritto, oppure siamo davanti ad un palese caso di interessi (politici? Economici?) contrapposti.

Ma torniamo alla nostra “bella e fantasiosa” nube islandese, considerando anche che non voglio addentrarmi in questioni scientifiche delle quali non ho padronanza.
Facendo un giro in rete ho scoperto che negli stessi giorni in cui sulle prime pagine venivano riproposte le immagini della nube, sulle nostre teste – per essere precisi sulle teste dei tedeschi - era in atto un’esercitazione della N.A.T.O. denominata “Brilliant Ardent” (del tipo CRO: Crisis Response Operation) nella quale si mettevano in atto le procedure per uno scenario in cui ad un iniziale attacco all’Iran, il paese della rivoluzione khomeinista avrebbe risposto con un ordigno nucleare. Naturalmente nessun organo di informazione ne ha parlato (se andate sul sito della nostra aeronautica trovate la notizia: http://www.aeronautica.difesa.it/News/Pagine/Conclusal%E2%80%99esercitazioneBrilliantArdent10_270410.aspx) e scommetto che neanche Michele “primadonna” Santoro ne parlerà ad AnnoZero, occupato com’è a parlare di censure sul suo ombelico…
Solo un caso la concomitanza dell’esercitazione con “l’esplosione” mediatica del vulcano? Una coincidenza un po’ troppo “coincidenza” per essere frutto del caso.

Ma andiamo avanti, perché le cose strane non finiscono qui.

Non avendo la più pallida idea di chi sia Steve Jackson sono andato a farmi la mia bella ricerchina su internet: il nostro è un ideatore di giochi di carte, proprietario dell’azienda che porta il suo nome e che, presumo, produca i suoi ghiochi. Dunque il quesito rimane: Steve Jackson riesce a prevedere il futuro? Se rispondessimo a questa domanda in maniera affermativa dovremmo rivedere gran parte delle nostre “credenze”, e quindi aprire il dibattito sull’eventuale esistenza di soggetti non umani o comunque di una “specie particolare” di umani, dotati di particolari abilità possedute solo da pochi eletti. Se invece – come credo – Jackson non ha di queste abilità la spiegazione è un’altra: Steve Jackson è a conoscenza di quell’insieme di potentati che la bibliografia denomina “Illuminati”. Ed anche in questo caso: Jackson è uno di loro oppure tra questi “Illuminati” esiste una “gola profonda” che ne espone i piani molto prima della loro realizzazione? Se sì, chi e – soprattutto - perché?
Come ho avuto modo di scrivere in un altro post: io (non) so. Ma gli indizi e le prove mi sembrano alquanto eloquenti…

p.s.. qui [http://www.fivedoves.com/letters/march2009/isaacj313.htm]  potete trovare alcune immagini delle carte da gioco...