http://www.youtube.com/watch?v=MK7VtWPla8A
Dire che la musica non ha confini è la cosa più scontata di questo mondo. Così come dire che c'è un certo tipo di musica, non per forza quella "militante" (quella dei 99 Posse o della Banda Bassotti, tanto per fare un paio di nomi che dovrebbero essere noti ai più), che fa delle tematiche sociali il suo punto di forza.
Quando però si incontrano Francesco Sondelli e Maurizio Capone con i suoi BungtBangt quel che ne esce è tutt'altro che scontato.
Per chi non li conoscesse: Francesco Sondelli (che sto conoscendo anch'io in questi giorni...) è un cantautore e produttore indie/pop/rock napoletano che vive a Los Angeles, uno dei tanti emigrati conosciutissimi all'estero e totalmente sconosciuti nel loro paese (d'altronde il detto "Nemo propheta in patria" qualcosa vorrà pur dire, no?). Maurizio Capone, per chi mastica un pò di musica alternativa - e capisce il napoletano - è ormai una realtà più che apprezzata. Potremmo anche definirlo il "musicante ecologico" perché, insieme al suo gruppo BungtBangt suona degli strumenti un pò particolari: rifiuti. Ogni tanto, in quei rari, rarissimi barlumi di intelligenza della nostra televisione, può anche capitare di vederli in un'esibizione live che, vi assicuro, è qualcosa di eccezionale.
In realtà dire che i due si sono "incontrati" non è esattamente vero, perché la canzone che potete ascoltare - e vedere - in apertura è stata creata tramite skype, senza che vi fosse la necessità per i due artisti di incontrarsi.
“Project ReEvolution” (con due e....http://www.francescosondelli.com/projectreevolution/italiano/the_project.php qui la pagina in italiano del progetto) è il motivo che ha fatto incrociare le strade americane di Sondelli con quelle napoletane di Capone. È innanzitutto un brano, cantato in napoletano, spagnolo ed inglese sia perché il messaggio trainante del progetto “ri-evoluzione” - cioè promuovere lo sviluppo artistico e culturale dei bambini nelle zone degradate del Sud del mondo – possa così arrivare a quante più orecchie possibili, sia perché la “nuova” musica napoletana, quella degli ultimi anni (e qui l'esempio dei 99 Posse calza a pennello) è fatto di contaminazioni. Contaminazioni ritmiche, di lingue e di culture, in una vera e propria Babele musicale. D'altronde l'uso dello spagnolo e del dialetto napoletano serve per avvicinare due mondi – Napoli e l'America Latina – che sono più vicini di quel che si possa immaginare, Sud “disastrati” dello stesso Sistema che ci è toccato di abitare.
Il simbolo del Progetto Ri-Evoluzione è una farfalla, “per la sua capacità di evolversi e diventare un insetto meraviglioso”, come si legge sul sito del progetto. Una farfalla ribelle però, una farfalla che tenta di rompere quegli schemi che nascere in un determinato posto – la differenza tra il mondo “di serie A” e quello di “serie” B – comporta.
"Nessuna rivoluzione” - dicono Capone e Sondelli - “può essere tale se non avviene una Evoluzione di tutta l'umanità", un'evoluzione che inizia solo laddove la gente inizia a prendere coscienza che ogni singolo individuo è protagonista del cammino verso una convivenza senza colori né bandiere. Guardandoci intorno, però, guardando tutto il marcio che c'è in questo mondo, possiamo solo sperare che questo mondo nuovo, questo mondo “evoluto” ci arrivi in futuro. Magari proprio grazie a quei bambini che l'ong Mani Tese – promotrice del progetto – tenta di aiutare.
Un'altra cosa scontata da dire è che il futuro, quel futuro migliore di cui tante volte ci riempiamo la bocca, passa dai bambini. E se oggi facciamo crescere un bambino in una situazione di povertà, in una situazione di conflitto come succede ai meninos de rua brasiliani o ai bambini del Sudan, dell'Afghanistan, dell'Iraq e di tutte le altre zone in guerra (cioè una gran parte del nostro pianeta) gli assicuriamo un futuro che futuro non è. Un futuro in cui saranno costretti a fare “manovalanza” per i trafficanti; un futuro in cui, fucile alla mano, difenderanno la loro etnia da un'altra, difenderanno gli interessi del “signor padrone” di turno. Se permettiamo questo condanniamo quei bambini ad una non-vita, li condanniamo all'inferno in terra (come capita già a milioni e milioni di bambini palestinesi, israeliani, afghani, kurdi, ceceni e la lista potrebbe continuare quasi all'infinito...). Ma i bambini hanno la chiave per insegnarci quel futuro migliore. Perché non hanno odi di natura etnica, di natura religiosa o di classe verso i propri simili. Sono bambini, l'uno uguale all'altro. “'n faccia 'e creature sta 'na sola bannera” canta Maurizio Capone ad inizio canzone. Non mettiamogliela noi “grandi” quella bandiera.
Project ReEvolution non la trovate in qualche compilation “peace friendly”. La si compra solo in rete, ed il ricavato andrà a Mani Tese per la realizzazione di due progetti: il “SaniStella” che prevede attività di doposcuola e laboratori creativi per i ragazzi a rischio dei quartieri Sanità e Stella e il progetto 2194, in Guatemala, che si propone di promuovere l’istruzione dei ragazzi di strada di Città del Guatemala.
Quel che chiedono i bambini – che spesso il circuito mainstream rende “passionevoli” solo per toccare le corde finanziarie dei nostri cuori – non chiedono molto. Chiedono solo una cosa: quella di continuare ad essere bambini. Perché, dopo che molti di loro nascono in povertà, nascono sotto i bombardamenti (spesso non visti, se non addirittura voluti, dai paesi del Primo Mondo), nascono in una condizione che per noi è già da libro di storia, vogliamo anche negargli il diritto ad essere bambini?
Project ReEvolution
Scritto da
Andrea Intonti
Pubblicato
11/30/2009 03:27:00 PM
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