Controcanto a B.G.


Partiamo sgombrando il campo da facili illazioni che potrebbero essermi mosse: a livello di battaglie su Beppe Grillo non trovo niente da eccepire. E credo di aver ribadito tante e tante volte nei miei articoli questo aspetto.
È che da quelli come lui – quelli che chiamano “opinion leaders”, che siano politici-politici, politici-comici o comici-comici – mi aspetto un minimo di coerenza. O forse pretendo troppo?

Movimento di Liberazione Nazionale. È questo il nome (che non trovo né originale tantomeno azzeccato) del partito che Grillo presenterà nei prossimi mesi.
Anno 2007, V-Day non mi ricordo dove: “non fonderò mai un partito, perché i partiti sono il cancro della democrazia”. Anno 2009, comunicato politico n°24”nei prossimi mesi fonderò un partito” (ok, ho fatto un velocissimo riassunto...). Ora siamo di fronte ad un dubbio: o qui abbiam cambiato un po' tutti il significato del termine “mai” oppure anche Beppe Grillo ha visto (o gli hanno fatto vedere?) le eccelse proprietà della torta dalla quale mangiano – con diversi gradi di famelicità – un po' tutti?
In quello stesso comunicato politico – che come denominazione fa tanto Brigate Rosse, ad esser sinceri e volendo riaprire un po' i libri di storia – dice anche che “Gli unici esclusi sono i cittadini, coloro che si ostinano a chiamarsi italiani e a pagare le tasse. ”. Mi chiedo se si sia posto la domanda se i cittadini sono esclusi per volontà altrui o per volontà propria, visto che il 99,9% della gente dice di provare schifo per la politica...

“Non si sputa nel piatto in cui si è mangiato” (od in cui si vuol mangiare in futuro...) si dice dalle mie parti. Anche perché un Grillo in versione “partitica” dovrebbe scegliere se continuare a fare l'incazzato di pancia, e quindi fare politica senza compromessi – modello verginella direi – e sappiamo tutti che per quanto ci si provi è praticamente impossibile, a meno che non si voglia fare la fine di Giorgio Ambrosoli; oppure – seconda scelta – diventare anche lui un dipendente e quindi perdere la sua caratteristica distintiva, cioè quel sommovimento derivante – appunto – dalla pancia della società, rischiando di entrare anche lui nel (non tanto)esclusivo club dei “cazzari parlamentari”.

Gironzolando in rete per trovare materiale per questo articolo ho trovato una sua intervista (merce rara, ed inizio a comprenderne il motivo...) che ad un certo punto vede questo passaggio:

allora perché lei non ha investito sull’Italia dei valori, invece che sul Pd?
«Il partito di Di Pietro insiste sulla figura di Di Pietro…».

A me dà la stessa sensazione di quando Berlusconi disse che non avrebbe incontrato Obama – non ricordo in quale circostanza, ma tanto non è rilevante ai fini dell'articolo – perché lui non è un personaggio di secondo piano. Grillo in quella frase dice esattamente la stessa cosa: non va a pestare i piedi a Di Pietro, con il quale condivide battaglie e candidati – basta vedere che tutti i comizi delle sue “Liste a 5 Stelle”, delle quali ancora bisogna tastarne la forza politica, erano aperti da candidati IdV -non perché amico dell'ex pm ma solo per avere tutti i riflettori puntati addosso. Che è poi l'essenza ultima e piena di quel cesarismo mediatico che è il berlusconismo. Si tenta di combattere il berlusconismo con quella stessa arma (declinata in maniera grillista o dipietrista cambia poco...). Non ci toccherà mica considerare il grillismo come l'ideologia del III millennio?

Veniamo poi, in conclusione, allo “scandalo” dell'iscrizione al Partito Democratico da parte del nostro. Una delle condizioni per ottenere la tessera è quella di iscriversi nel luogo in cui si risiede. Quindi se – come credo – il comico ha la residenza a Genova, per quale diamine di motivo ha fatto richiesta prima in Sardegna e poi nella provincia avellinese? Che anche a lui abbiano spiegato la storiellina del “Toccami Cecco, mamma Cecco mi tocca”?

Se veramente si vogliono cambiare le cose “dal basso”, concetto forse mai tanto abusato come in questo periodo, non serve l'ennesimo “notabile”. Serve che la gente torni ad incazzarsi, ed a capire che per quanto possa non interessarsi alla politica, sarà lei ad interessarsi di noi.

Vi lascio con 10 domande trovate in rete - che credo ancora non abbiano avuto risposta - che reputo molto, molto interessanti e sulle quali, secondo me, bisognerebbe riflettere in merito alla domanda "Chi è Beppe Grillo?"

http://www.marcellosaponaro.it/blog/2009/07/17/5-domande-a-beppe-grillo-su-antonio-di-pietro/

http://www.alessandroronchi.net/2009/altre-5-domande-a-beppe-grillo/