di Angelo Miotto per PeaceReporter
Il Tribunal Supremo spagnolo, con una velocità che ha dell'incredibile, ha sancito nella serata di giovedì la messa al bando e scioglimento di Ehak, il partito dei comunisti delle terre basche, che contava nove eletti alle ultime elezioni autonomiche. Ehak è stato il partito che ha raccolto i voti della sinistra basca, con Batasuna fuorilegge. Il colpo gudiziario è solo l'ultimo di una tre giorni che ha il sapore amaro degli avvenimenti storici: martedì il Tribunal Supremo aveva messo al bando Acion nacionalista vasca, una storica sigla elettorale del 1938, ripresa dalla sinistra indipendentista negli ultimi tempi.
Mercoledì nel processo contro Gestora pro amnistia, una associazione nata in difesa dei prigionieri politici, dei loro diritti e dei loro familiari, la sentenza mandava in carcere diciotto su ventuno imputati, con pene dagli otto ai dieci anni. Oggi la cancellazione di Ehak. La sinistra basca resta senza rappresentanza politica, ma non senza militanti. Sono circa 180mila e hanno dovuto sopportare dal 2003 a oggi, vale a dire dalla messa al bando di Batasuna, la negazione del diritto base di una democrazia rappresentativa, cioè quello della delega, il voto. In tutti e tre i casi il teorema giudiziario utilizzato dalla magistratura spagnola è sempre lo stesso e fa riferimento al suo ideatore, Baltasar Garzon: tutto ciò che sostiene le idee indipendentiste è assimilabile a Eta e quindi associazioni, giornali, radio, partiti, fondazioni culturali, che abbiano espresso idee o pratiche in tal senso o hanno collaborato o appartengono all'organizzazione armata.
Il governo spagnolo ha ricevuto l'ultima sentenza con soddisfazione: chi non è democratico resta fuori dai giochi, dice in sostanza il comunicato ufficiale. Il discioglimento dei partiti baschi è stato reso possibile dalla Ley de partidos, una legge che socialisti e popolari hanno scritto insieme, con il chiaro intento di eliminare la voce politica della sinistra basca. oggi sembra che il risultato sia arrivato, con cinque anni di intenso lavorio, sospeso solo nel processo di pace e per volontà politica. La legge che permette la messa al bando è stata definita dal decano dei giuristi di Vizcaya come "assolutamente priva di fondamenti giuridici".