Shutdown America: una perturbazione che potrebbe colpire 48 milioni di americani

foto: darkroom.baltimoresun.com

Washington (Stati Uniti) - Secondo il Segretario di Stato John Kerry sarebbe solo una "perturbazione momentanea" lo Shutdown, il provvedimento di tagli ai servizi non necessari imposto dal governo statunitense. Per quanto momentaneo il provvedimento avrà comunque un «fortissimo impatto reale sulla vita quotidiana di tanti americani», come dichiarava un esasperato Barack Obama nei giorni scorsi.

Al centro della guerra tra il Senato a maggioranza democratica e la Camera, guidata dai repubblicani, c'è l'Obamacare, che questi ultimi vorrebbero sostanzialmente eliminare. La condizione lanciata al governo è, d'altronde, chiara: rinviare di un anno questa riforma – che i democratici danno ormai come legge intoccabile – è la condizione imprescindibile per l'approvazione del budget del nuovo anno fiscale, iniziato il primo ottobre.

Stando alle stime, tagliare i “servizi non essenziali” significa la sospensione dal lavoro per almeno 700.000 dipendenti pubblici, tra cui dipendenti del Pentagono o rangers che operano nei parchi nazionali. A rischio anche le pensioni ed i sussidi di disabilità per i veterani, che dopo aver servito la Patria potrebbero vedersi non ricambiato il favore.
Inoltre, tra le attività che il governo federale non sarebbe più in grado di assicurare, il pagamento agli appaltatori del governo, che potrebbero far “pesare” la cosa al momento di rifinanziare la prossima campagna elettorale. È comunque difficile che uno stallo di qualche giorno possa creare danni rilevanti a società come la Lockheed Martin (principale contractor nel 2012 con circa 40.000.000 di dollari) o la Boing (seconda classificata con poco meno di 30.000.000) o la Raytheon Company, che con poco meno di 15.000.000 di dollari è la terza società che verrebbe danneggiata dal prolungarsi dello Shutdown (la lista completa è stata pubblicata da OpenSecret.org)

A pagare il prezzo più alto, ça va sans dire, saranno i cittadini comuni. A rischio infatti ci sarebbero anche i “Food stamps”, i buoni alimentari che rappresentano l'unica forma di salvataggio per circa 48 milioni di americani, soprattutto bambini e disabili. Taglio che – come scriveva ieri Monica Di Sisto su Comune-Info «obbligherà gli adulti tra 18 e 50 anni senza figli minori a trovarsi un lavoro o ad inserirsi in un programma di formazione per mantenere il beneficio, di cui potranno godere, ad ogni modo, solo per tre mesi e solo sottoponendosi a test antidroga e alcol». Test che invece non sfioreranno le società destinatarie di una parte del Supplemental Nutritional Assistance Program (SNAP) nel quale sono inseriti i buoni alimentari e che rispondono a nomi come quello della Coca-Cola, della Kraft, della JP Morgan a cui il “Farm Bill Budget” destinava – nel 2008 – il 68% dei fondi.

Due muri destinati a collidere? Da un lato la principale – per alcuni l'unica – medaglia attualmente appuntabile al petto di Obama, dall'altra la spinta delle forze più estreme dei repubblicani, soprattutto dei Tea Party.
Il rischio che gli Stati Uniti d'America espongano fuori dalla Casa Bianca il cartello “Default” - che porterebbe al declassamento delle agenzie di rating, al crollo del valore del dollaro ed all'esplosione dei tassi di interesse – è più che concreto.

Q&A: US shutdown: a new guide for non-Americans (in inglese): http://www.theguardian.com/world/2013/sep/30/us-shutdown-explainer-non-americans

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