Alle 2.40 del mattino di lunedì scorso, infatti, due veicoli non identificati con a bordo tre uomini hanno esploso alcuni colpi di AK-47 sulla facciata della sede del giornale, concludendo il raid con una granata a frammentazione detonata nell'impatto con l'ingresso del giornale (come è visibile dalla foto).
Intervistato telefonicamente, Javier Garza Ramos, vicedirettore del giornale, ha evidenziato come né il giornale né i suoi collaboratori abbiano ricevuto alcuna minaccia che potesse far prevedere l'attacco, motivo per il quale non è chiaro quale sia stata la motivazione che ha spinto gli attentatori. È bene ricordare, però, che già nell'agosto del 2009 il giornale aveva subito un attacco simile.
Come ricorda il quotidiano Milenio[2], l'attacco al cuore dell'informazione messicana, nell'ultimo decennio ha comportato l'omicidio di 70 giornalisti, di cui 13 nel 2011.
La conta. Sempre Milenio, in un articolo pubblicato lo scorso venerdì[3], definisce il “conto dei morti” al di là ed al di qua della frontiera con gli Stati Uniti, dove nel 2011 sono stati uccisi circa 54 esponenti delle forze dell'ordine (includendo anche forze speciali ed FBI), cioè poco più del doppio degli omicidi che, in Messico, sono stati registrati nella sola Torreón.
Come sottolinea Eduardo Olmos Castro, sindaco della cittadina messicana, «è necessario dare incentivi a chi decide di esercitare questa professione, attraverso stimoli economici, equipaggiamenti migliori così come è necessario dar loro condizioni di vita ed educazione migliori per loro e le loro famiglie», data anche la sempre più alta percentuale di poliziotti che sempre più spesso, tenendo conto in primis proprio del fattore economico, decidono di passare dall'altra parte.
Come i dieci elementi dell'Ufficio municipale per la sicurezza pubblica messi sotto inchiesta nei giorni scorsi per la loro vicinanza con il crimine organizzato o come i sei accusati lo scorso luglio di aver sottratto 500 chilogrammi di marijuana nella zona di Ahumadita - nella Baja California -, alcuni dei quali già segnalati per varie irregolarità quali abuso di potere e furto (come riporta approfonditamente il settimanale Zeta. Link in spagnolo[4]).
Alejandro Poiré nuovo ministro. Francisco Blake Mora, ministro dell'Interno, muore il 12 novembre in un incidente aereo (ne abbiamo parlato la scorsa settimana[5]), sei giorni dopo il dicastero ha già un nuovo inquilino. Si tratta di Alejandro Poiré Romero, 40 anni, ex direttore del Cisen (Centro per l ricerca e la sicurezza nazionale), scelto «per la sua profonda conoscenza e la sua vasta esperienza nelle questioni di sicurezza», come ha voluto precisare lo stesso presidente.
Potrebbe però trattarsi di una nomina relativamente breve, in quanto nel 2012 i cittadini messicani saranno chiamati alle urne per decidere il nuovo presidente, elezioni nelle quali il PAN (il Partido Acción Nacional del quale fa parte Calderón) sembra avere poche chance di rimanere al governo, dato l'alto livello di violenza sviluppatosi nel paese durante questa legislatura.
Per avere un'idea di chi sia il nuovo ministro, basta cliccare sul video di apertura di questo post – realizzato lo scorso agosto per il sito del governo – nel quale il neo-ministro si rivolge alla cittadinanza.
Oltre a questo, ci si può fare l'idea dell'immensa distanza con la nostra classe politica, sia in termini anagrafici che, soprattutto, in termini tecnologici. Ma questa è un'altra storia...
Note |
[2] Atacan edificio de periódico de Torreón, Milenio, 15/11/2011;
[3] Policías caídos en Torreón equivalen al 50% de agentes muertos en EU, Milenio, 18/11/2011;
[4] Mexicali: Policía infiltrada por el narco, settimanale Zeta, 14/11/2011;
[5] http://senorbabylon.blogspot.com/2011/11/messico-il-paese-dove-muoiono-i.html