Sottotitolo: il lato nascosto del fotovoltaico.
«Il lavoro di montaggio era affidato a circa 500 lavoratori non comunitari, attratti dalle prospettive di lavoro e dai contratti che Tecnova proponeva. Arrivati in Salento grazie al passaparola, veniva loro promesso di essere assunti con contratti da metalmeccanici per sette ore al giorno e 1.300 euro di stipendio. Promesse smentite da una realtà fatta di almeno dodici ore quotidiane di attività, di straordinari e festivi non pagati, infortuni non segnalati, contributi non versati e assicurazioni inesistenti. E poi minacce continue, vessazioni, licenziamenti in tronco per chi osava lamentarsi. Altri avrebbero anche pagato per avere quel posto, da 300 a 800 euro, il contratto solo per il primo mese di lavoro, poi più nulla, solo accordi verbali. Contratti del valore di carta straccia, la paga era data alla giornata, circa 50 euro al giorno. Fino al 24 marzo quando la paga non è stata data».
[da "Puglia, ecco gli schiavi del fotovoltaico", di Matteo Zola per "NarcoMafie"]