Camorra, blitz in tutta Italia. In manette anche un carabiniere


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Perugia, 14 settembre 2011 – È di 16 arresti e oltre 100 milioni di euro in beni mobili e immobili il risultato dell'operazione “Apogeo”, che questa mattina ha sgominato una banda criminale dislocata su tutto il territorio nazionale e diretta da cittadini campani residenti a Perugia collegata al clan camorristico dei Casalesi.
Truffa aggravata, riciclaggio, bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti a cui va aggiunta anche l'aggravante del metodo mafioso le accuse formulate da carabinieri e Gruppo d'investigazione sulla criminalità organizzata (Gico) della guardia di finanza, che hanno operato su tutto il territorio nazionale.

I carabinieri del Raggruppamento operativo speciale (Ros) hanno eseguito nei confronti degli arrestati un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia locale. La guardia di finanza ha invece eseguito un provvedimento di sequestro di beni mobili e immobili interamente riconducibili all'organizzazione, per un importo stimato in oltre 100 milioni di euro.
Dalle indagini è emerso come l'organizzazione si muovesse nell'ambito dell'economia legale seguendo due strade ormai consolidate nel modus operandi della criminalità organizzata come l'acquisizione di attività imprenditoriali in difficoltà finanziarie che venivano acquistate a prezzi “di convenienza” per poi utilizzarle per truffare i fornitori una volta svuotate della loro sostanza economica tramite l'uso di false fatturazioni e distrazioni di capitale o l'investimento di denaro di provenienza illecita per la creazione o l'acquisizione di società operanti nel settore alberghiero, dell'edilizia e della ristorazione.

Vicino ai Casalesi (clan Bidognetti) è anche l'imprenditore Gaetano Cerci, arrestato ieri nel casertano per estorsione e favoreggiamento insieme ad altre tre persone, tra cui un carabiniere in servizio alla compagnia Napoli-Secondigliano che faceva anche l'autista personale di Cerci e ritenuto responsabile della rivelazione di notizie coperte da segreto d'ufficio. Per lui l'accusa è – anche – detenzione e cessione di numerose dosi di sostanze stupefacenti.