Le lacrime e il sangue teneteveli per voi...

Atene (Grecia) - Atene brucia. Tutta la Grecia brucia.
E non è un modo di dire.
Bruciano le strade come bruciano le divise della polizia e le banche, simbolo di quel Potere che continua a pranzare con i resti di una nazione sempre più «sull'orlo del baratro», per usare le parole del presidente Papoulias.

Ieri sono rimasti carbonizzati anche i corpi di tre dipendenti della Marfin Egnatia Bank, di proprietà di Andreas Vgenopoulos (uno dei principali esponenti del capitalismo ellenico) che, da bravo capitalista quale ogni Padrone è ha minacciato i suoi dipendenti di licenziamento se non si fossero presentati a lavoro anche ieri, nel giorno dello sciopero generale. Si tratta di Angeliki Papathanasopoulou, di 32 anni, che era al quarto mese di gravidanza, Paraskevi Zoulia, 35 anni, e Epaminondas Tsakalis, di 36. La stampa mainstream, quella asservita ai poteri forti, ha definito queste morti derivanti da una molotov lanciata durante gli scontri di un corteo che si stava recando in piazza Syntagma, ad Atene (sede del Parlamento) che ha colpito i locali della banca perché l'unica trovata aperta (ma, come possiamo vedere in questo video, la polizia dava una mano...a devastare).

Ma come ci dice un impiegato greco, che ha avuto il coraggio di mandare agli organi di stampa una dichiarazione che vi ripropongo in versione integrale alla fine del post (e che, come i compagni di occupiedlondon, prego di diffondere il più possibile), i locali della banca hanno preso fuoco semplicemente perché non era stata prevista alcuna manovra di prevenzione da questo tipo di rischi: tutto lì dentro era altamente infiammabile, tant'è vero che i pompieri non hanno mai rilasciato licenza; gli estintori erano insufficienti e, anche se fossero bastati, nessuno sapeva come usarli, perché nessuno aveva mai fatto un qualche tipo di esercitazione antincendio.
I motivi sono facilmente intuibili. Sono gli stessi in ogni luogo: il capitalismo è contrario alla sicurezza (noi italiani dovremmo ricordare ancora la tragedia della ThyssenKrupp del 2007).

Dicono, come al solito, che siano stati gli anarchici.
Ma gli anarchici non adoperano la violenza, o per lo meno non la adoperano contro gli oppressi. Ma sappiamo che addossare la colpa a chi professa la fede nelle idee di Bakunin, di Errico Malatesta e tanti altri è congeniale al Potere, a quel potere il cui unico scopo è la difesa (questa sì, violenta) degli interessi dei signor Padroni. Molto più probabilmente – considerando che tutti, manifestanti e forze dell'ordine, erano a volto coperto, per cui non identificabili – a lanciare le molotov sono stati appartenenti al gruppo neonazista “Chrisi Avgi” (Alba Radiosa).


Quel che si sa per certo, però, è che la crisi greca covava sotto la cenere da almeno un paio di anni, ed il cappio al collo che il governo greco si è fatto mettere dalle lobby presenti nella stanza dei bottoni dell'Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale (l'associazione a delinquere sovranazionale alla quale si deve la crisi argentina del 2001) è stata la fatidica goccia che ha fatto traboccare il riottoso vaso, dopo che un'anticipazione di quel che sarebbe successo ci fu nel dicembre del 2008, quando gli scontri portarono all'omicidio del giovane Alexis Grigoropoulos.


Dopo la Grecia toccherà a qualcun altro. Forse al Portogallo, o a quella Spagna che qualche mese fa era raccontata sui giornali come un treno in corsa a cui l'Italia non poteva fare altro che guardare con ammirazione, o forse proprio al nostro paese che ha avuto la fortuna di salvarsi – dicono – per la “lungimiranza” di Tremonti. O forse semplicemente perché gli avvoltoi dell'alta finanza non hanno trovato abbastanza carne da spartirsi.

Scioperi, solidarietà, occupazioni, sabotaggio, espropri e mutuo soccorso.
È questa la contro-ricetta per una crisi a cui il popolo “europeo” (per utilizzare un termine che sempre più perde di significato per i piani “bassi” della società) ha potuto solo assistere passivamente.
L’assemblea dei rivoltosi dell’isola di Salamina e dei quartieri di Perama, Keratsini, Nikaia, Koridallos e Pireo ha fatto un volantino/manifesto che deve essere portato in ogni luogo dove il capitalismo possa fare danni:



Il testo – tradotto dalla versione inglese trovata in rete – dice:
«La crisi (finanziaria) è diventata la loro crisi una volta che hanno giocato con un mazzo completo di carte.
La crisi non è un disastro naturale che accade semplicemente; la crisi è il risultato delle scelte di tutti quelli che cercano di mantere questo sistema, in cui siamo sfruttati, repressi e governati. Le loro proposte su come uscire dalla crisi non differiscono dai suggerimenti su come la situazione esistente potrebbe essere rinforzata e radicata.
Le nostre proposte possono essere niente di meno che scioperi e solidarietà, occupazioni e sabotaggio, espropriazioni e mutuo soccorso...al fine di creare un mondo che abbiamo scelto per noi stessi, contro tutti ogni forma di segregazione e gerarchia

Assembly of the revolted in (the island of ) Salamina, (and the neighborhoods of) Perama, Keratsini, Nikaia, Koridallos, Piraeus
»

Se il fuoco della rivolta greca cova da almeno un paio d'anni, ciò a cui stiamo assistendo oggi era facilmente intuibile molto tempo prima, da quando la Grecia (e chi altri?) fu costretta a delle acrobazie economico-finanziarie tramite l'utilizzo dei derivati (leggasi alla voce: Goldman Sachs) per di far parte del club degli “eletti” - l'Unione Europea – il cui grado di unità è pari o sotto lo zero, come facilmente riscontrabile in questi giorni, quando gli umori elettorali di Berlino non hanno fatto altro che aggravare il peso che dovranno accollarsi i cittadini e le cittadine della Grecia.
Qui il gioco si fa ancor più interessante, perché l'influenza tedesca sulla vicenda greca non riguarda solo il ritardo negli aiuti, ma anche – e soprattutto – l'influenza di Berlino sulla Banca Centrale Europea, così da avere quella “Europa a due velocità” che da più parti si sente invocare (dai paesi – e dai poteri – forti).

Questa situazione poteva essere evitata? Molti esperti dicono di sì. Basterebbe semplicemente che la Grecia uscisse dal cappio dell'euro, una moneta che – come vediamo – tiene tutta l'Europa legata ai voleri dell'asse Parigi-Berlino.

Se c'è una cosa che gli scontri in Grecia possono insegnarci è che non esiste alcuna “unione” europea, se non quella voluta dalle lobby e dai potentati per continuare ad ingozzarsi sulle spalle della gente.

Finché non gli andrà di traverso.
Solidarietà al popolo greco!

--- Documenti --- 

Tre impiegati morti in incendio banca durante sommosse [comunicato di un dipendente]

Sento l’obbligo, riguardo i miei colleghi che sono morti ingiustamente oggi, di parlare chiaro e di dire delle verità oggettive. Sto inviando questo messaggio a tutti i media. Qualcuno che mostri ancora un po di coscienza potrebbe pubblicarlo. I restanti possono continuare a tenere gioco al governo.

I pompieri non hanno mai rilasciato alcuna licenza operativa per l’edificio in questione. L’accordo per operare era sottobanco, come praticamente succede per ogni azienda e compagnia in Grecia.
L’edificio in questione non ha nessun meccanismo di sicurezza anti-incendio, nè pianificati nè istallati, non ha spruzzatori a soffitto, uscite d’emergenza o idranti. Ci sono solo degli estintori che, naturalmente, non possono essere d’aiuto quando hai a che fare con incendi estesi in un edificio che è stato costruito con standard di sicurezza ormai obsoleti.
Nessuna filiale della banca Marfin ha membri dello staff addestrati per casi di incendio, e nemmeno all’uso dei pochi estintori presenti. La dirigenza usa addirittura come un pretesto l’alto costo di un simile addestramento e non prende le misure basilari per proteggere il suo staff.
Non c’è mai stata una singola esercitazione di evacuazione in nessun edificio da parte dei lavoratori, nè c’è stata alcuna sessione di addestramento da parte dei pompieri per dare istruzioni su come comportarsi in situazioni come queste. Le uniche sessioni di addestramento che hanno avuto luogo alla Marfin Bank riguardano scenari di azioni terroristiche e specificatamente la pianificazione della fuga dei dirigenti della banca dai loro uffici in situazioni del genere.

L’edificio in questione non ha speciali stanze per ripararsi nei casi di incendio, nonostante la sua struttura sia veramente vulnerabile in simili circostanze e nonostante fosse riempita di materiali dal pavimento al soffitto. Materiali che sono molto infiammabili, come carta, plastica, cavi, mobili. L’edifcio è oggettivamente non idoneo ad ospitare una banca proprio a causa della sua costruzione.

Nessun membro della sicurezza ha alcuna conoscenza di primo soccorso o di spegnimento di incendi, nonostante siano praticamente sempre incaricati della sicurezza dell’edifcio. Gli impiegati della banca devono trasformarsi in pompieri o security in base ai capricci del signor Vgenopoulos [padrone della banca].
La dirigenza della banca ha diffidato gli impiegati dall’andarsene oggi, nonostante lo abbiano persistentemente chiesto autonomamente fin da questa mattina presto – mentre hanno anche costretto i dipendenti a bloccare le porte e hanno più volte confermato al telefono che l’edificio sarebbe rimasto chiuso tutto il giorno. Hanno anche bloccato l’accesso a internet per evitare che gli impiegati comunicassero con il mondo esterno.
Da diversi giorni c’è stato un completo terrorizzare gli impiegati riguardo alle mobilitazioni di questi giorni con la “proposta” a voce: o lavori o sei licenziato!
I due poliziotti in borghese che sono in servizio nella filiale in questione per prevenire eventuali rapine non si sono fatti vedere oggi, nonostante la dirigenza della banca abbia verbalmente assicurato agli impiegati che sarebbero stati presenti.

E per concludere, signori, fate dell’autocritica e smettetela di delirare fingendo di essere scioccati. Voi siete responsabili di quello che è successo oggi e in ogni stato legittimo (come quelli che vi piace citare di tanto in tanto come esempio da seguire nei vostri show televisivi) sareste stati già arrestati per le questioni di cui sopra. I miei colleghi oggi hanno perso le loro vite per cattiveria: la cattiveria della Marfin Bank a del signor Vgenopoulos che ha affermato esplicitamente che chiunque non sarebbe venuto al lavoro oggi [giorno di sciopero generale] avrebbe fatto meglio a non presentarsi al lavoro domani.

Un dipendente della Marfin Bank