Una di quelle storie cupe, macabre, che spesso fanno da trama a qualche film tv.
Invece no. Perché questa è una storia che più classica non si può. Una storia del “bene” contro il “male”. Di quelle che spesso fanno da trama a qualche film tv.
Solo che in questo caso non si sa chi sia il “bene” e chi sia il “male”.
Ed ogni volta che leggo di casi del genere mi torna in mente “Vulesse” dei 99 Posse, nel punto in cui dice
Arresto cardiaco. E' la causa ufficiale della morte di Stefano Cucchi, 31 anni, uno dei tanti morti per forze dell'ordine particolarmente zelanti. E' una causa stupida, l'arresto cardiaco. Perché tutti moriamo perché il cuore si ferma. Solo che c'è arresto cardiaco e arresto cardiaco. C'è l'arresto cardiaco “classico”: fai una vita sregolata, mangi male, hai una certa età, fai poco moto e ad un certo punto il tuo cuore decide di mettersi in sciopero. E poi c'è quell'altro arresto cardiaco. Quello strano, quello che non torna.
chi tutela il male quando il bene se prepara ad ammazzare?
Come nel caso di Stefano.
Perché un arresto cardiaco non ti riduce a 37 kg, con ecchimosi e fratture varie. Così ti ci può ridurre una caduta, a parte per il peso, ovviamente. Oppure ti ci possono ridurre le botte. Perché è palese che Stefano Cucchi sia stato picchiato durante i 5 giorni della sua detenzione. E' stato arrestato nella notte tra il 15 ed il 16 ottobre perché addosso gli hanno trovato 20 grammi di hashish. Una settimana dopo il corpo è nelle condizioni che vedete nelle foto. Cosa sia successo in quei giorni nessuno lo sa. O meglio: lo sanno tutti, perché è scritto su quel corpo. Ma ovviamente nessuno lo ammette.
Non lo ammette chi apre un'inchiesta contro “ignoti”, perché invece si capisce perfettamente come sono andate le cose. E facendo due conti si può anche arrivare a dare le colpe soggettive a quei tutori dell'ordine che molto spesso diventano tutori del disordine. Com'è successo tanti anni fa con Pinelli, com'è successo con Federico Aldrovandi e con tante altre persone che hanno incrociato le divise “lerce” di un sistema in cui troppo spesso se sei una “guardia” puoi permetterti di tutto, anche di entrare in una scuola, picchiare indistintamente ragazzi e ragazze e farla franca. Anzi no, non la fai franca. Perché se sei stato particolarmente capace ci sta anche che ti diano la promozione. Ma questa è un'altra storia...
Cambiano i nomi, passa il tempo, ma quel che succede è sempre la stessa cosa. C'è sempre un unico copione. Sempre quello, sempre lo stesso. Immutabile. Gli uomini in divisa ti fermano (è il loro lavoro, d'altronde) tu non gli sembri in regola e loro ti portano in caserma per controlli. Tutto normale. E' il loro lavoro d'altronde. E' routine. Però poi capita che esci dalla caserma dentro ad una bara. Questo però non è il loro lavoro. Questa non è routine.
Questo è quello che succede quando lasci senza controllo gente che ha troppo potere nelle mani. Questo è quello che succede quando ti trovi davanti quelli che si sentono degli dei perché indossano una divisa.
Questo è quello che succede quando ti trovi a fare il ruolo della verginella in mezzo ai ninfomani.
Cambiano i nomi, passa il tempo, ma quel che succede è sempre la stessa cosa. Come sempre uguali sono le domande che ti poni. Sempre quei perché. Quelle domande che ti portano a chiederti quanto delinquente possa essere stato uno per meritarsi una fine simile. Perché devi averla combinata parecchio grossa per entrare in un carcere con le tue gambe ed uscirne in una cassa da morto. Perché neanche i più importanti boss della criminalità organizzata fanno questa fine, anzi. A loro viene portato rispetto anche là dentro. Soprattutto là dentro.
Ti chiedi se l'ennesima morte poteva essere evitata. Perché per quanto tu possa essere un tossico, per quanto tu possa fare i conti con quella robaccia, quegli uomini in divisa dovrebbero proteggerti. Ma non al punto da farti finire sottoterra.
E quindi eccola, di nuovo, quella domanda:
Chi tutela il male quando il bene si prepara ad ammazzare? Già, chi?
Le altre foto (che non pubblico per via della non eccessiva lunghezza dell'articolo) le trovate qui: http://www.cnrmedia.com/notizia/newsid/6267/il-caso-di-stefano-cucchi-morto-per-una-caduta-in-carcere-ecco-le-foto-mostrate-dalla-famiglia.aspx