Vorrei dire che qui c'è qualcosa che non torna, invece – essendo prassi consolidate da tempo – direi che qui torna proprio tutto. Almeno ragionando alla “vecchia maniera”.
Cos'è successo? Parafrasando Erich Maria Remarque potremmo dire “Niente di nuovo sul fronte elettorale”. Diciamo che quella vecchia concezione per cui le elezioni sono viste come scontri tra fazioni – neanche fossimo ai tempi danteschi dei Guelfi e dei Ghibellini – è ancora attuale. Attualissimo. Vorrei scrivere che sembra uno “scontro tra titani” quello che vede da una parte D'Alema e dall'altra Veltroni. Ehm, no, volevo dire da una parte Bersani e dall'altra Franceschini. Ma più che tra titani mi sembra uno scontro tra elefanti che a malapena riescono a stare in piedi, visto a quali giochini si sta ricorrendo.
Qualcuno potrà ribattere che – essendo fortemente convinto sostenitore di Ignazio Marino – lo scrivente possa essere poco obiettivo. State tranquilli, la mia non obiettività è palese, ed è proprio lei che mi fa propendere per il chirurgo genovese. Proprio perché nel Partito Democratico “nuovo” che voglio io certi giochini non ci devono essere. Ne va della dignità di un intero partito.
Ma veniamo al particolare:
“In Calabria più votanti che iscritti”
titola questa mattina – a pagina 21- La Repubblica. So che a Catanzaro Centro su 379 iscritti ci sono stati nientepopodimenoche 682 votanti (di cui 474 voti alla mozione Bersani). Per chi non lo sapesse queste elezioni sono aperte solo agli iscritti!
Alla luce di ciò credo capiate perfettamente il motivo del mio disappunto. Ma dico io: diciamo tanto che “noi” siamo diversi dall'allegra cricca del Premier e poi continuiamo a fare delle stronzate così?
Come si può andare da un elettore – o potenzialmente tale – e dirgli: “no guarda, devi votare noi del PD perché noi siamo diversi da quegli altri”? Quello come minimo ti tira una sputacchiata in un occhio!! E non gli puoi neanche dire niente, perché che gli vuoi rispondere ad uno che ti fa notare che prima di parlare degli scheletri nell'armadio altrui forse è l'ora che togli la collezione autunno-inverno dal tuo armadio?
Prima di parlare degli altri, bisogna creare – visto che si parla tanto di PD come “partito nuovo” in cui non interessa da dove vieni ma dove vai – una faccia al partito che sia veramente pulita, e non dove si sia messo un po' di trucco, qualche ritocchino estetico qua e là e via, di nuovo in battaglia. Non ha senso riproporre ancora i “giochini del secolo scorso”, perché anche se forse lassù – vista tutta la macchina che si è sempre messa in moto dall'una e dall'altra parte in questi casi – non se ne accorgono, immersi come sono nei loro apparati, ma da quaggiù, in quella che una volta si chiamava “base”, una situazione del genere non è certo vista di buon grado.
Per cui: annullamento dei congressi in cui ci sono state irregolarità – che siano in Calabria, in Campania o dove volete voi e qualunque siano stati i risultati ottenuti – e costruzione di un partito serio, in cui questi modi di fare del secolo scorso rimangano solo nei libri di scienza politica o nei racconti dei militanti anziani. Perché è ora di pensare ad un partito nuovo. Ma che lo sia davvero.