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foto: Stefano Trucco |
Chiomonte (Torino) – Portare in gita due scolaresche e ritrovarsi denunciati. È quanto accaduto lo scorso 23 dicembre a due insegnanti di religione del liceo “Lorenzo Federici” di Trescore Balneario, nel bergamasco, che hanno scelto un luogo decisamente insolito per la gita: quella Val di Susa dove da tempo la cittadinanza resiste ad un progetto, quello della Tav, da più parti definito come inutile, eccessivamente costoso e, soprattutto, nocivo per la salute.
Ma il PD non ci sta. O, per meglio dire, è di un esponente del Partito Democratico – Stefano Esposito, convinto sostenitore della Tav così come gran parte del suo partito – la polemica più feroce. In una lettera al ministro dell'Istruzione, infatti, l'esponente democratico si è detto “sconcertato” dal fatto che sia stata autorizzata una gita didattica «in un luogo dove da mesi si commettono reati». Ad “aggravare” la situazione, probabilmente, anche il fatto che la guida scelta non fosse esattamente un esponente di quel “partito della par condicio” ormai da anni diventata riferimento di una parte della politica nazionale (e dunque locale) come Guido Fissore, attivista no-Tav e consigliere comunale a Villar Focchiardo. «Portare degli studenti, peraltro minorenni, a violare un'ordinanza prefettizia e ad ascoltare “sermoni” contro lo Stato non ha nulla a che vedere con l'approfondimento del fenomeno sociale e politico dell'opposizione alla Tav» - è il fulcro della tesi di Esposito, che ha anche accusato i due docenti di aver “strumentalizzato” le scolaresche.
Dall'istituto, invece, difendono l'operato dei due docenti. «È giusto far capire ai ragazzi quello che succede. La scuola non può essere slegata dalle notizie». I due insegnanti hanno, semplicemente, fatto quello che l'insegnamento imporrebbe: non solo tenere i ragazzi sui libri riempiendogli la testa con nozioni teoriche, ma anche – e soprattutto – insegnare ai ragazzi ad essere cittadini. E dunque portarli in uno dei luoghi che da mesi, e per mesi, ha trovato spazio nelle cronache deve essere stata una conseguenza logica. Interessante, peraltro, sarebbe capire se la meta sia effettivamente stata decisa dagli insegnanti o se – come spesso capita – i ragazzi abbiano chiesto una “deviazione” dal percorso originario.
Un'altra cosa interessante – che si trova facilmente navigando in rete – è che nei giorni scorsi proprio Esposito (di cui Dario Ferri su “Giornalettismo.com” tratteggia una brevissima biografia politica[1]) abbia partecipato ad un dibattito con gli studenti di Pinerolo per spiegare e confrontarsi sulle ragioni di chi è a favore o contrario alla Tav, non facendoci esattamente una gran figura.
La domanda, a questo punto, è spontanea: se invece che portati in gita nella parte “no Tav” della Valle di Susa la scolaresca fosse stata portata ad ascoltare un “sermone” di qualche amministratore delegato o di qualche dirigente delle aziende “sì Tav”, la reazione politica sarebbe stata la stessa?SB
Ma il PD non ci sta. O, per meglio dire, è di un esponente del Partito Democratico – Stefano Esposito, convinto sostenitore della Tav così come gran parte del suo partito – la polemica più feroce. In una lettera al ministro dell'Istruzione, infatti, l'esponente democratico si è detto “sconcertato” dal fatto che sia stata autorizzata una gita didattica «in un luogo dove da mesi si commettono reati». Ad “aggravare” la situazione, probabilmente, anche il fatto che la guida scelta non fosse esattamente un esponente di quel “partito della par condicio” ormai da anni diventata riferimento di una parte della politica nazionale (e dunque locale) come Guido Fissore, attivista no-Tav e consigliere comunale a Villar Focchiardo. «Portare degli studenti, peraltro minorenni, a violare un'ordinanza prefettizia e ad ascoltare “sermoni” contro lo Stato non ha nulla a che vedere con l'approfondimento del fenomeno sociale e politico dell'opposizione alla Tav» - è il fulcro della tesi di Esposito, che ha anche accusato i due docenti di aver “strumentalizzato” le scolaresche.
Dall'istituto, invece, difendono l'operato dei due docenti. «È giusto far capire ai ragazzi quello che succede. La scuola non può essere slegata dalle notizie». I due insegnanti hanno, semplicemente, fatto quello che l'insegnamento imporrebbe: non solo tenere i ragazzi sui libri riempiendogli la testa con nozioni teoriche, ma anche – e soprattutto – insegnare ai ragazzi ad essere cittadini. E dunque portarli in uno dei luoghi che da mesi, e per mesi, ha trovato spazio nelle cronache deve essere stata una conseguenza logica. Interessante, peraltro, sarebbe capire se la meta sia effettivamente stata decisa dagli insegnanti o se – come spesso capita – i ragazzi abbiano chiesto una “deviazione” dal percorso originario.
Un'altra cosa interessante – che si trova facilmente navigando in rete – è che nei giorni scorsi proprio Esposito (di cui Dario Ferri su “Giornalettismo.com” tratteggia una brevissima biografia politica[1]) abbia partecipato ad un dibattito con gli studenti di Pinerolo per spiegare e confrontarsi sulle ragioni di chi è a favore o contrario alla Tav, non facendoci esattamente una gran figura.
La domanda, a questo punto, è spontanea: se invece che portati in gita nella parte “no Tav” della Valle di Susa la scolaresca fosse stata portata ad ascoltare un “sermone” di qualche amministratore delegato o di qualche dirigente delle aziende “sì Tav”, la reazione politica sarebbe stata la stessa?SB
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