OKKupare non è reato: via Volonté, numero 9.

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In via Volonté, a Roma, esattamente al numero 9 ci sono operai, traslocatori, addetti alle pulizie, elettricisti, baristi e precari vari. Tutta quella serie di biografie che si può trovare in una periferia. D'altronde siamo nella periferia nord della capitale, zona Bufalotta. Ma a quel numero civico, stando "alle carte" non esiste nessuna palazzina. Si può dunque parlare di "reato" quando si occupa una casa che - ufficialmente - non esiste? Già, perché in via Gian Maria Volonté, al numero 9 tutte le case sono occupate. La mentalità borghese definisce gli occupanti "delinquenti", ma chi è più "delinquente" tra un lavoratore che tenta di campare con 1.200 euro al mese - di questi tempi uno stipendio di tutto rispetto - e che si trova così, da un giorno all'altro, in mezzo ad una strada perché il Signor Padrone ha deciso di delocalizzare o perché, per motivi indipendenti dalla sua volontà è costretto ad allontanarsi dal lavoro e, al ritorno, trova un altro che fa le stesse cose che faceva lui? "Via Volonté numero 9" racconta esattamente questo, uno spaccato di quelli che i media principali hanno iniziato a chiamare "nuovi poveri", gente costretta agli equilibrismi tra i 1000 euro di stipendio e "le sette piotte" d'affitto con una famiglia sulle spalle. È esattamente così che nasce l'idea di occupare uno stabile in cui non ci abita nessuno: per necessità. D'altronde l'ha stabilito anche la Cassazione nel 2007 (lo stesso anno in cui veniva occupata la palazzina di via Volonté): il diritto alla casa è un bene primario per le persone e quindi, laddove impossibilitati ad ottenere un'abitazione in altro modo, è lecito occupare, nonostante la mentalità borghese consideri la cosa in tutt'altro modo.


Questo documentario fa parte dei 30 lavori che possono essere visti gratuitamente e votati (al massimo tre voti...) all'interno della rassegna "Via Emili@DocFest - Festival del documentario online" , una manifestazione che - attraverso la rete - vuole dare spazio alla produzione documentaristica indipendente, oggi divenuta fonte indispensabile per comprendere quella parte di società che non sta sotto i riflettori.