foto: palermo.repubblica.it |
Cefalù (Palermo), 7 aprile 2012 – Da Salemi se ne era dovuto andare per lo scioglimento del Comune e per quel piccolo “problemino” di Pino Giammarinaro, chiacchierato ex democristiano entrato più volte in procedimenti antimafia, ora Vittorio Sgarbi ci riprova a Cefalù, dove è sostenuto da tre liste civiche per le elezioni di maggio. Ed il copione è lo stesso di Salemi.
Insieme alle liste civiche, infatti, ad appoggiare il critico d'arte c'è anche Giuseppe Giusi Farinella, detto “Oro colato” famoso imprenditore – e dunque “notabile” della zona – appartenente alla famiglia mafiosa omonima di San Mauro Castelverde. Suo cugino, anch'egli di nome Giuseppe, è in carcere con sentenza definitiva per le stragi di Capaci e via D'Amelio, mentre per lui arrivò il mandato spiccato da Giovanni Falcone vent'anni fa e condannato nel 1988 dalla Cassazione a quattro anni e sei mesi per associazione mafiosa, estorsione, porto abusivo d'armi e materiale esplodente e sospettato di aver dato rifugio al “Papa” di Cosa Nostra, alias Michele Greco.
Oltre ad “Oro colato” - come evidenzia Attilio Bolzoni dalle pagine on-line di Repubblica – a sostenere Sgarbi ci sarebbe anche Antonello Antinoro dei Popolari di Italia Domani, condannato a due anni di reclusione per voto di scambio a dicembre.
Intanto il Ministero degli Interni ha inviato al tribunale di Trapani la relazione di scioglimento del comune amministrato da Sgarbi, nella quale – come riportano alcune agenzie di stampa – si leggerebbero le dirette colpe dell'ex sindaco, accusato di aver «reso possibile, se non addirittura agevolato» lo sviamento dell'attività amministrativa attraverso le ripetute assenze dal territorio e le deleghe affidate a Pino Giammarinaro in merito alla gestione dell'attività amministrativa dell'ente.
Dati i fatti, qualora dovesse essere eletto non rimarrà che capire se oltre al “copione-Giammarinaro”, da Salemi Sgarbi si porterà dietro anche la Commissione d'accesso del Ministero dell'Interno per l'ennesimo scioglimento.
Insieme alle liste civiche, infatti, ad appoggiare il critico d'arte c'è anche Giuseppe Giusi Farinella, detto “Oro colato” famoso imprenditore – e dunque “notabile” della zona – appartenente alla famiglia mafiosa omonima di San Mauro Castelverde. Suo cugino, anch'egli di nome Giuseppe, è in carcere con sentenza definitiva per le stragi di Capaci e via D'Amelio, mentre per lui arrivò il mandato spiccato da Giovanni Falcone vent'anni fa e condannato nel 1988 dalla Cassazione a quattro anni e sei mesi per associazione mafiosa, estorsione, porto abusivo d'armi e materiale esplodente e sospettato di aver dato rifugio al “Papa” di Cosa Nostra, alias Michele Greco.
Oltre ad “Oro colato” - come evidenzia Attilio Bolzoni dalle pagine on-line di Repubblica – a sostenere Sgarbi ci sarebbe anche Antonello Antinoro dei Popolari di Italia Domani, condannato a due anni di reclusione per voto di scambio a dicembre.
Intanto il Ministero degli Interni ha inviato al tribunale di Trapani la relazione di scioglimento del comune amministrato da Sgarbi, nella quale – come riportano alcune agenzie di stampa – si leggerebbero le dirette colpe dell'ex sindaco, accusato di aver «reso possibile, se non addirittura agevolato» lo sviamento dell'attività amministrativa attraverso le ripetute assenze dal territorio e le deleghe affidate a Pino Giammarinaro in merito alla gestione dell'attività amministrativa dell'ente.
Dati i fatti, qualora dovesse essere eletto non rimarrà che capire se oltre al “copione-Giammarinaro”, da Salemi Sgarbi si porterà dietro anche la Commissione d'accesso del Ministero dell'Interno per l'ennesimo scioglimento.