Reggio Calabria – Sono il viceprefetto Valerio Valenti, il dirigente della seconda fascia dell'amministrazione civile del Ministero dell'Interno Teresa Pace e l'ufficiale della Guardia di Finanza Michele Donega i nomi, scelti dal ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri per la commissione che dovrà far luce sulle infiltrazioni della 'ndrangheta al Comune reggino.
Oltre a far luce sull'influenza esercitata dalle 'ndrine, i commissari dovranno anche verificare le irregolarità contabili ed amministrative che hanno portato il Comune di Reggio ad un buco di bilancio ad una cifra attestabile intorno ai 160 milioni di euro e del quale dovranno rispondere sia l'attuale sindaco, Demetrio Arena, che quello precedente, oggi Governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti.
La decisione di inviare la commissione – che avrà mandato per i prossimi tre mesi, eventualmente prorogabili – si è resa necessaria in seguito all'invio a fine dicembre della relazione fatta dal prefetto Luigi Varratta e nella quale sono state raccolte tutte le indagini della squadra mobile e dei carabinieri che hanno toccato l'amministrazione comunale nel 2010.
La decisione, a Reggio Calabria, non giunge certo inaspettata, dato che i partiti di opposizione – con Angela Napoli di Futuro e Libertà[1] e Doris Lo Moro del Partito Democratico in prima fila – avevano più volte denunciato lo stato in cui versa la città e chiesto di far luce su infiltrazioni e responsabilità politiche.
Lo scorso dicembre era poi stato arrestato l'ex assessore all'Ambiente Pino Plutino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo quanto sostenuto dalla Direzione distrettuale antimafia, infatti, Plutino sarebbe vicino alla cosca Caridi alla quale – stando alle indagini – si deve in parte la sua riconferma a Palazzo San Giorgio.
Nella relazione presentata dal prefetto Varratta sarebbe finita anche la vicenda della Multiservizi, la società gestita al 51 per cento dal Comune e che, secondo l'antimafia, sarebbe in mano alla cosca Tegano.
Nella relazione non manca poi il capitolo intercettazioni, presenti sia per quanto riguarda l'arresto del boss Santo Crucitti – che compare in un'intercettazione ambientale insieme all'attuale assessore comunale ai Lavori pubblici Pasquale Morisani, recatosi nell'impresa di Crucitti durante la campagna elettorale – sia quelle relative all'inchiesta “Meta”, con la quale è stato reso noto anche un pranzo – risalente all'ottobre 2006 – nel quale oltre a due imprenditori arrestati per mafia erano presenti anche il boss di Sinopoli Cosimo Alvaro e l'ex sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti.
Che Reggio Calabria possa unirsi a Nardodipace – in provincia di Vibo Valentia – il cui Comune è stato sciolto per infiltrazione mafiosa qualche settimana fa[2] e Nicotera, per la quale invece si è deciso di prorogare lo scioglimento, sembra essere più che una ipotesi.
Oltre a far luce sull'influenza esercitata dalle 'ndrine, i commissari dovranno anche verificare le irregolarità contabili ed amministrative che hanno portato il Comune di Reggio ad un buco di bilancio ad una cifra attestabile intorno ai 160 milioni di euro e del quale dovranno rispondere sia l'attuale sindaco, Demetrio Arena, che quello precedente, oggi Governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti.
La decisione di inviare la commissione – che avrà mandato per i prossimi tre mesi, eventualmente prorogabili – si è resa necessaria in seguito all'invio a fine dicembre della relazione fatta dal prefetto Luigi Varratta e nella quale sono state raccolte tutte le indagini della squadra mobile e dei carabinieri che hanno toccato l'amministrazione comunale nel 2010.
La decisione, a Reggio Calabria, non giunge certo inaspettata, dato che i partiti di opposizione – con Angela Napoli di Futuro e Libertà[1] e Doris Lo Moro del Partito Democratico in prima fila – avevano più volte denunciato lo stato in cui versa la città e chiesto di far luce su infiltrazioni e responsabilità politiche.
Lo scorso dicembre era poi stato arrestato l'ex assessore all'Ambiente Pino Plutino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo quanto sostenuto dalla Direzione distrettuale antimafia, infatti, Plutino sarebbe vicino alla cosca Caridi alla quale – stando alle indagini – si deve in parte la sua riconferma a Palazzo San Giorgio.
Nella relazione presentata dal prefetto Varratta sarebbe finita anche la vicenda della Multiservizi, la società gestita al 51 per cento dal Comune e che, secondo l'antimafia, sarebbe in mano alla cosca Tegano.
Nella relazione non manca poi il capitolo intercettazioni, presenti sia per quanto riguarda l'arresto del boss Santo Crucitti – che compare in un'intercettazione ambientale insieme all'attuale assessore comunale ai Lavori pubblici Pasquale Morisani, recatosi nell'impresa di Crucitti durante la campagna elettorale – sia quelle relative all'inchiesta “Meta”, con la quale è stato reso noto anche un pranzo – risalente all'ottobre 2006 – nel quale oltre a due imprenditori arrestati per mafia erano presenti anche il boss di Sinopoli Cosimo Alvaro e l'ex sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti.
Che Reggio Calabria possa unirsi a Nardodipace – in provincia di Vibo Valentia – il cui Comune è stato sciolto per infiltrazione mafiosa qualche settimana fa[2] e Nicotera, per la quale invece si è deciso di prorogare lo scioglimento, sembra essere più che una ipotesi.
Note |
[2] Mafia, sciolto il Comune di Nardodipace di Angela Corica, Malitalia.it, 14 dicembre 2011