Misilmeri (Palermo), 21 aprile 2012 - «Ribadisco la totale fiducia nel lavoro prezioso e meticoloso che la magistratura sta svolgendo con l'indagine Sisma in merito ai fatti giudiziari che riguardano la città di Misilmeri, e dalla quale emergono contatti, in particolare, tra il presidente del Consiglio comunale ed esponenti mafiosi. Ma voglio con forza affermare che l'Amministrazione comunale non può essere nemmeno sfiorata dal sospetto che abbia ceduto a pressioni criminali» afferma Piero D'Ai, sindaco di Misilmeri, che si trova però a fare i conti con un Consiglio comunale che ha, di fatto, provveduto allo scioglimento prima dell'eventuale interessamento del ministero dell'Interno.
Nei giorni scorsi, infatti, proprio a seguito dell'operazione del Reparto operativo e del Nucleo investigativo dei carabinieri di Palermo sono arrivate le dimissioni di ben diciassette dei venti consiglieri comunali per “senso di responsabilità e nel rispetto della cittadinanza”[1]. L'indagine aveva portato martedì scorso all'arresto di Francesco Lo Gerfo, Mariano Falletta, Stefano Polizzi e Vincenzo Ganci[2] e che coinvolgono anche Giuseppe Cimò, presidente del Consiglio comunale accusato di essere stato eletto con i voti di Cosa Nostra ed aver agevolato la cosca guidata da Lo Gerfo nell'aggiudicazione di alcuni appalti attraverso Ganci, candidato al Consiglio comunale in una lista - “Amo Palermo”- a sostegno della candidatura di Marianna Caronia e descritto dagli inquirenti come l'anello di congiunzione tra politica e mafia.
«Questa storia mi ha solo danneggiata» - ha detto Marianna Caronia in un'intervista video a livesicilia.it (che trovate all'inizio di questo articolo), che ha più volte evidenziato di aver denunciato il fatto già a fine marzo, dopo che il responsabile della lista aveva ricevuto una mail da un certo “Giggi”, che metteva in guardia proprio su Ganci: «Signora Caronia, lei è attenta alle candidature della sua lista, ma le sfugge un nome che rappresenta la spazzatura. Si tratti di Ganci vicino ai mafiosi». Un nome sfuggito anche ai “controlli antimafia” fatti all'interno della sua lista, come quell'autocertificazione, evidentemente falsa alla luce dell'operazione dei giorni scorsi, prodotta dallo stesso Ganci.
Oltre al danno, come vuole quel vecchio e noto detto, arriva anche la beffa: «Abbiamo chiesto formalmente di eliminare Ganci dalla nostra lista» - ha precisato Marianna Caronia durante l'intervista - «ma ci è stato detto che, se non è lui a tirarsi fuori, non è possibile. Così sono costretta a tenere nella mia lista una persona che non voglio. I cui voti non mi interessano». Gli elettori che vorranno votarla, dunque, si regolino di conseguenza.
Nei giorni scorsi, infatti, proprio a seguito dell'operazione del Reparto operativo e del Nucleo investigativo dei carabinieri di Palermo sono arrivate le dimissioni di ben diciassette dei venti consiglieri comunali per “senso di responsabilità e nel rispetto della cittadinanza”[1]. L'indagine aveva portato martedì scorso all'arresto di Francesco Lo Gerfo, Mariano Falletta, Stefano Polizzi e Vincenzo Ganci[2] e che coinvolgono anche Giuseppe Cimò, presidente del Consiglio comunale accusato di essere stato eletto con i voti di Cosa Nostra ed aver agevolato la cosca guidata da Lo Gerfo nell'aggiudicazione di alcuni appalti attraverso Ganci, candidato al Consiglio comunale in una lista - “Amo Palermo”- a sostegno della candidatura di Marianna Caronia e descritto dagli inquirenti come l'anello di congiunzione tra politica e mafia.
«Questa storia mi ha solo danneggiata» - ha detto Marianna Caronia in un'intervista video a livesicilia.it (che trovate all'inizio di questo articolo), che ha più volte evidenziato di aver denunciato il fatto già a fine marzo, dopo che il responsabile della lista aveva ricevuto una mail da un certo “Giggi”, che metteva in guardia proprio su Ganci: «Signora Caronia, lei è attenta alle candidature della sua lista, ma le sfugge un nome che rappresenta la spazzatura. Si tratti di Ganci vicino ai mafiosi». Un nome sfuggito anche ai “controlli antimafia” fatti all'interno della sua lista, come quell'autocertificazione, evidentemente falsa alla luce dell'operazione dei giorni scorsi, prodotta dallo stesso Ganci.
Oltre al danno, come vuole quel vecchio e noto detto, arriva anche la beffa: «Abbiamo chiesto formalmente di eliminare Ganci dalla nostra lista» - ha precisato Marianna Caronia durante l'intervista - «ma ci è stato detto che, se non è lui a tirarsi fuori, non è possibile. Così sono costretta a tenere nella mia lista una persona che non voglio. I cui voti non mi interessano». Gli elettori che vorranno votarla, dunque, si regolino di conseguenza.
Note |
[2] http://senorbabylon.blogspot.it/2012/04/misilmeri-loperazione-sisma-blocca-le.html;