fonte: Center for Resposive Politics (foto: www.ecominoes.com) |
Washington (Stati Uniti) - Quanto ha inciso il ruolo delle grandi case farmaceutiche nel dare il via all'invasione dell'Afghanistan? Una domanda che solo all'apparenza può apparire “complottista” e che diventa lecita se si considera il ruolo giocato dai brevetti per l'accesso ai farmaci essenziali o il progetto di Auschwitz II, quando la Bayer utilizzava i deportati come “porcellini d'india” per testare i medicinali e che, sommati insieme, danno una risposta eloquente alla domanda.
Il seggio di BigPharma. Nel 2013 la Pharmaceutical Research and Manufactorers of America (PhRMA), uno dei più influenti gruppi di pressione a Washington con 20 lobbisti e 48 società rappresentante ha impiegato oltre 5 milioni di dollari in attività di lobbying, posizionandosi al sesto posto tra i gruppi di pressione verso il Congresso americano in quanto a capacità di investimento secondo il Center for Responsive Politics (da ora CRP). Dal 1998 ad oggi, stando ai dati del think tank americano, con i suoi circa 2 miliardi e 500 milioni di dollari il settore farmaceutico è quello che più si è speso – ed ha speso – per influenzare la politica statunitense, senza guardare troppo al colore politico dei candidati. Una interessante coincidenza vuole che l'attività di pressione sia iniziata proprio quando in Afghanistan il Mullah Omar emanava un decreto (ne parlavamo nella prima parte di questo articolo) che nel giro di due anni portò al crollo della produzione di oppio nel paese.
Nello scorso biennio (2011-2012) tra le società che hanno aperto di più i cordoni della borsa troviamo la Pfizer e la Abbott Laboratories, quest'ultima fino allo scorso anno in contatto con l'amministrazione Obama attraverso William Daley, capo di gabinetto dell'attuale Presidente fino alle dimissioni, che aveva preso nel 2011 il posto di Rahm Emanuel. Oltre a tale incarico – in aggiunta ad una attività nel settore privato che lo ha portato nel consiglio di amministrazione della AL e in quello della J.P. Morgan Chase – Daley aveva ricoperto il ruolo di Segretario al commercio sotto l'amministrazione Clinton (1993-2001).
Con 1.929.465 milioni di dollari, Barack Obama risulta essere il candidato che ha ricevuto più finanziamenti dal settore farmaceutico nel 2012, seguito con un finanziamento di 1.802.513 milioni di dollari proprio da quel Mitt Romney che lo ha sfidato alle elezioni qualche mese fa. Discorso non troppo diverso da quanto avvenuto per quelle che dovevano essere le “elezioni del cambiamento”, che vedono ancora Barack Obama al primo posto per finanziamenti (2.475.336 milioni di dollari), seguito dall'altro sfidante diretto John McCain (826.802 dollari), Hillary Clinton (780.489 dollari) e Romney (376.361).
Nel 2001, all'epoca della guerra in Afghanistan, l'inquilino della Casa Bianca non era Barak Obama ma George Walker Bush. Per "grandi elettori" come le case farmaceutiche, l'unica differenza è il nome verso cui indirizzare i finanziamenti.
Già pubblicati:
[1-Afghanistan, l'editto anti-oppio e lo "strano" tempismo di una guerra che non finirà, 9 luglio]
[2- Il Signor Smith svela la "Missione oppio". Intervista a Giorgia Pietropaoli, 10 luglio]
http://www.infooggi.it/articolo/loppio-afghano-finanzia-le-campagne-elettorali-statunitensi/45558/