Ginevra – Erano stati definiti come “i negoziati del ventunesimo secolo”. Si sono rivelati niente di più che la solita riunione in cui poco o nulla viene veramente definito. Stiamo parlando dell'ottava Conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio (il Wto) tenutasi tra giovedì e sabato scorsi nella città svizzera.
Si è parlato di temi mai toccati fino ad oggi, come la sovranità alimentare e la lotta ai cambiamenti climatici, ma l'unica cosa a cui questi temi hanno portato è stato lo scontro tra Olivier De Schutter, relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all'alimentazione e Pascal Lamy, direttore del Wto, accusato di non avere legittimità per toccare simili temi. «La globalizzazione crea grandi vincitori e grandi perdenti» - ha sostenuto De Schutter - «Quando sono in gioco i sistemi alimentari, perdere significa sprofondare nella povertà e nella fame. Una visione di sicurezza alimentare che allarga il divario tra regioni con sovrabbondanza di cibo e regioni in deficit alimentare, tra esportatori e importatori e tra vincitori e vinti non può essere accolta», ha concluso (per un paio di approfondimenti vi invito a leggere “Gli speculatori del cibo”[1] e la campagna “Sulla fame non si specula”[2]).
Una lettura «economicista e liberista di questioni che attengono ai diritti umani e che proprio per questo devono essere esclusi dai negoziati» quella del Wto secondo Monica Di Sisto, vicepresidente di Fair – una delle organizzazioni accreditate alla conferenza e parte della rete internazionale “Our World is not for sale".
De Schutter è entrato poi nel merito della questione, evidenziando come «bisogna stare attenti a ciò che determina realmente la sicurezza alimentare: chi produce per chi, a quale prezzo, a quali condizioni e con quali ripercussioni economiche, sociali ed ambientali».
Oltre alla questione alimentare, a suscitare più di un rumors è stata l'istituzionalizzazione delle “coalizioni di volenterosi”, cioè di pochi paesi che si accordino su settori specifici senza la necessità di passare attraverso l'intera organizzazione, facendo così sorgere a più d'uno la domanda su quanto sia davvero utile l'Organizzazione.
Da registrare anche il definitivo ingresso nel Wto della Russia (insieme a Montenegro e Samoa), un ingresso di cui si parlava da quasi vent'anni, a patto di monitorare il commercio alle frontiere con l'Abkazia e l'Ossezia del Sud e l'eliminazione dei sussidi per l'esportazione nel settore agricolo. Il Parlamento russo avrà tempo fino al 15 giugno 2012 per la ratifica, dopodiché bisognerà aspettare trenta giorni per l'ingresso effettivo nell'organizzazione.SB
Si è parlato di temi mai toccati fino ad oggi, come la sovranità alimentare e la lotta ai cambiamenti climatici, ma l'unica cosa a cui questi temi hanno portato è stato lo scontro tra Olivier De Schutter, relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all'alimentazione e Pascal Lamy, direttore del Wto, accusato di non avere legittimità per toccare simili temi. «La globalizzazione crea grandi vincitori e grandi perdenti» - ha sostenuto De Schutter - «Quando sono in gioco i sistemi alimentari, perdere significa sprofondare nella povertà e nella fame. Una visione di sicurezza alimentare che allarga il divario tra regioni con sovrabbondanza di cibo e regioni in deficit alimentare, tra esportatori e importatori e tra vincitori e vinti non può essere accolta», ha concluso (per un paio di approfondimenti vi invito a leggere “Gli speculatori del cibo”[1] e la campagna “Sulla fame non si specula”[2]).
Una lettura «economicista e liberista di questioni che attengono ai diritti umani e che proprio per questo devono essere esclusi dai negoziati» quella del Wto secondo Monica Di Sisto, vicepresidente di Fair – una delle organizzazioni accreditate alla conferenza e parte della rete internazionale “Our World is not for sale".
De Schutter è entrato poi nel merito della questione, evidenziando come «bisogna stare attenti a ciò che determina realmente la sicurezza alimentare: chi produce per chi, a quale prezzo, a quali condizioni e con quali ripercussioni economiche, sociali ed ambientali».
Oltre alla questione alimentare, a suscitare più di un rumors è stata l'istituzionalizzazione delle “coalizioni di volenterosi”, cioè di pochi paesi che si accordino su settori specifici senza la necessità di passare attraverso l'intera organizzazione, facendo così sorgere a più d'uno la domanda su quanto sia davvero utile l'Organizzazione.
Da registrare anche il definitivo ingresso nel Wto della Russia (insieme a Montenegro e Samoa), un ingresso di cui si parlava da quasi vent'anni, a patto di monitorare il commercio alle frontiere con l'Abkazia e l'Ossezia del Sud e l'eliminazione dei sussidi per l'esportazione nel settore agricolo. Il Parlamento russo avrà tempo fino al 15 giugno 2012 per la ratifica, dopodiché bisognerà aspettare trenta giorni per l'ingresso effettivo nell'organizzazione.SB
Note |
[2] http://sullafamenonsispecula.org/