foto: blogsicilia.it |
Giarre (Catania), 3 giugno 2012 – Ad ottobre[1], avevamo parlato dello strano modo in cui era stato affidato l'appalto per l'informatizzazione del Presidio territoriale di assistenza (o Pta) di Giarre, uno dei tanti appalti che in questo paese vengono affidati senza rispettare la legge, cioè senza passare attraverso una gara pubblica.
All'epoca vennero indagati Melchiorre Fidelbo, marito della senatrice del Partito Democratico Anna Finocchiaro ed amministratore unico della Solsamb S.r.l. a cui venne affidato l'appalto; l'ex direttore amministrativo dell'Azienda sanitaria provinciale catanese, Giuseppe Calaciura; il direttore amministrativo dell'ente, Giovanni Puglisi e la responsabile del procedimento, Elisabetta Caponetto.
Due giorni fa il colpo di scena: la giudice per le indagini preliminari Marina Rizza ha infatti ordinato al pubblico ministero Alessandro La Rosa, tra i più esperti nel settore della pubblica amministrazione all'interno della Procura, di riformulare il capo di imputazione, contestando a tutti – oltre al reato di abuso d'ufficio – anche quello di truffa aggravata nell'erogazione di pubbliche forniture, reati che adesso vengono contestati anche ad Antonio Scavone, l'uomo di Raffaele Lombardo nella sanità.
Proprio Scavone, sostiene ora l'accusa, da manager dell'Azienda sanitaria provinciale 3 di Catania avrebbe dato il via al sistema che ha permesso di affidare senza gara l'appalto per l'informatizzazione del Pta di Giarre alla Solsamb S.r.l., rappresentata da Fidelbo.
La giudice – che il prossimo 28 giugno dovrà pronunciarsi sui fratelli Lombardo nel procedimento che li vede imputati coatti per mafia – rivedendo gli atti dell'accusa ha così deciso di rivedere la decisione della Procura, che non aveva trovato elementi di rilevanza penale a carico di Scavone.
Secondo Carmelo Galati, avvocato difensore di Scavone, «questa ordinanza del Gip Marina Rizza rappresenta l'espressione di una valutazione sui fatti che rappresenta una causa di incompatibilità del giudice che dovrebbe astenersi, in futuro, dal giudicare lo stesso procedimento», come ha detto in un'intervista al quotidiano on-line Livesicilia.it, che ha anche parlato con Scavone: «Non sapevo di questa novità» ha detto l'ex manager, «posso dirvi che durante la mia gestione è stato semplicemente presentato il progetto a Roma. È venuto a trovarmi Melchiorre Fidelbo con i soci del consorzio e, alla luce della legge dell'ex ministro alla Salute Livia Turco, mi è stato consegnato il progetto della Casa della Salute. Progetto che poi è stato trasferito agli organi competenti a livello regionale e nazionale. Quindi penso che la mia posizione non sia peseguibile, ma in ogni caso ho massima fiducia nella magistratura».
All'epoca vennero indagati Melchiorre Fidelbo, marito della senatrice del Partito Democratico Anna Finocchiaro ed amministratore unico della Solsamb S.r.l. a cui venne affidato l'appalto; l'ex direttore amministrativo dell'Azienda sanitaria provinciale catanese, Giuseppe Calaciura; il direttore amministrativo dell'ente, Giovanni Puglisi e la responsabile del procedimento, Elisabetta Caponetto.
Due giorni fa il colpo di scena: la giudice per le indagini preliminari Marina Rizza ha infatti ordinato al pubblico ministero Alessandro La Rosa, tra i più esperti nel settore della pubblica amministrazione all'interno della Procura, di riformulare il capo di imputazione, contestando a tutti – oltre al reato di abuso d'ufficio – anche quello di truffa aggravata nell'erogazione di pubbliche forniture, reati che adesso vengono contestati anche ad Antonio Scavone, l'uomo di Raffaele Lombardo nella sanità.
Proprio Scavone, sostiene ora l'accusa, da manager dell'Azienda sanitaria provinciale 3 di Catania avrebbe dato il via al sistema che ha permesso di affidare senza gara l'appalto per l'informatizzazione del Pta di Giarre alla Solsamb S.r.l., rappresentata da Fidelbo.
La giudice – che il prossimo 28 giugno dovrà pronunciarsi sui fratelli Lombardo nel procedimento che li vede imputati coatti per mafia – rivedendo gli atti dell'accusa ha così deciso di rivedere la decisione della Procura, che non aveva trovato elementi di rilevanza penale a carico di Scavone.
Secondo Carmelo Galati, avvocato difensore di Scavone, «questa ordinanza del Gip Marina Rizza rappresenta l'espressione di una valutazione sui fatti che rappresenta una causa di incompatibilità del giudice che dovrebbe astenersi, in futuro, dal giudicare lo stesso procedimento», come ha detto in un'intervista al quotidiano on-line Livesicilia.it, che ha anche parlato con Scavone: «Non sapevo di questa novità» ha detto l'ex manager, «posso dirvi che durante la mia gestione è stato semplicemente presentato il progetto a Roma. È venuto a trovarmi Melchiorre Fidelbo con i soci del consorzio e, alla luce della legge dell'ex ministro alla Salute Livia Turco, mi è stato consegnato il progetto della Casa della Salute. Progetto che poi è stato trasferito agli organi competenti a livello regionale e nazionale. Quindi penso che la mia posizione non sia peseguibile, ma in ogni caso ho massima fiducia nella magistratura».
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