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Partinico (Palermo), 9 giugno 2012 – Ora è ufficiale: i baffi più famosi dell'antimafia – quelli di Pino Maniaci, per intenderci – continueranno ad andare in onda. Telejato, infatti è stata inserita nella graduatoria del Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le Comunicazioni per l'assegnazione delle frequenze del digitale terrestre in Sicilia.
Lo switch off – il passaggio a questa nuova tecnologia previsto nell'isola nel periodo tra l'11 giugno ed il 4 luglio – aveva messo in discussione la possibilità, per la televisione antimafia a conduzione familiare, di continuare ad andare in onda. Un segnale inquietante anche alla luce delle minacce a cui è sottoposto Pino Maniaci (per questo opportunamente sotto scorta), che alla notizia di una possibile chiusura non si era certo trattenuto dal dire quello che pensava, tenendo fede al suo stile, sostenendo come «quello che la mafia non è riuscita a fare in tredici anni adesso dobbiamo subirlo dallo Stato».
Per passare al digitale, molte emittenti si sono di fatto consorziate, anche perché ad essere venduti non sono più singoli canali ma pacchetti di quattro o cinque (detti multiplex). Telejato ha fatto lo stesso, insieme a televisioni di Sciacca, Messina, Catania e Palermo.
Forte era stata, data l'importanza dell'emittente per la lotta alla mafia siciliana e nazionale, la mobilitazione popolare e di associazioni come l'associazione antimafia Rita Atria o il comitato “Siamo tutti Pino Maniaci”.
Nei mesi scorsi si era fatto avanti Tommaso Dragotto, candidato a sindaco di Palermo durante le elezioni appena passate – nelle quali non è arrivato nemmeno all'1% dei voti – che aveva evidentemente visto nella televisione antimafia un ottimo modo per farsi pubblicità gratuita, dato che alle promesse non ha mai fatto seguito alcunché (come scrivevo ad aprile[1]). Assenti, inoltre, i partiti – maestri nell'arte del promettere e non mantenere, d'altronde – ed alcuni grandi nomi del giornalismo antimafia nazionale, dai quali ci si aspetterebbe la difesa dei propri colleghi.
Al di là delle polemiche, comunque, il messaggio che lancerà Pino Maniaci dal digitale terrestre è lo stesso che ha sempre lanciato dalla sua emittente, e in più – assicura - «Faremo da testa d'ariete per tutte quelle altre televisioni comunitarie che, non solo in Sicilia, saranno spente».
Lo switch off – il passaggio a questa nuova tecnologia previsto nell'isola nel periodo tra l'11 giugno ed il 4 luglio – aveva messo in discussione la possibilità, per la televisione antimafia a conduzione familiare, di continuare ad andare in onda. Un segnale inquietante anche alla luce delle minacce a cui è sottoposto Pino Maniaci (per questo opportunamente sotto scorta), che alla notizia di una possibile chiusura non si era certo trattenuto dal dire quello che pensava, tenendo fede al suo stile, sostenendo come «quello che la mafia non è riuscita a fare in tredici anni adesso dobbiamo subirlo dallo Stato».
Per passare al digitale, molte emittenti si sono di fatto consorziate, anche perché ad essere venduti non sono più singoli canali ma pacchetti di quattro o cinque (detti multiplex). Telejato ha fatto lo stesso, insieme a televisioni di Sciacca, Messina, Catania e Palermo.
Forte era stata, data l'importanza dell'emittente per la lotta alla mafia siciliana e nazionale, la mobilitazione popolare e di associazioni come l'associazione antimafia Rita Atria o il comitato “Siamo tutti Pino Maniaci”.
Nei mesi scorsi si era fatto avanti Tommaso Dragotto, candidato a sindaco di Palermo durante le elezioni appena passate – nelle quali non è arrivato nemmeno all'1% dei voti – che aveva evidentemente visto nella televisione antimafia un ottimo modo per farsi pubblicità gratuita, dato che alle promesse non ha mai fatto seguito alcunché (come scrivevo ad aprile[1]). Assenti, inoltre, i partiti – maestri nell'arte del promettere e non mantenere, d'altronde – ed alcuni grandi nomi del giornalismo antimafia nazionale, dai quali ci si aspetterebbe la difesa dei propri colleghi.
Al di là delle polemiche, comunque, il messaggio che lancerà Pino Maniaci dal digitale terrestre è lo stesso che ha sempre lanciato dalla sua emittente, e in più – assicura - «Faremo da testa d'ariete per tutte quelle altre televisioni comunitarie che, non solo in Sicilia, saranno spente».
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