foto: amnesty.it |
Lampedusa - Rotta Leixoes (Portogallo)-Tasucu (Turchia), lunedì 15 aprile. La nave cargo olandese Abis Bremen avvista un gommone. Uno di quella che verrà contabilizzato nella nuova, ennesima, “emergenza”. Il porto più vicino è quello di Pachino, nel siracusano, ma non ci sono migranti da salvare, perché tutti i 24 occupanti – come scoprirà poi il capitano della nave – sono stati portati in salvo la notte prima.
Sul gommone sono rimasti – come scrive Raphael Zanotti per La Stampa di ieri – solo documenti, fotografie, abiti, i contatti europei che i migranti avrebbero utilizzato una volta sbarcati e, soprattutto, il “tariffario”. Un semplice foglio di carta, a righe, con i nomi dei migranti trasportati ed accanto una cifra: 800 dollari per gli uomini, cento in meno per le donne. Tanto costa l'ultima parte del viaggio verso la Fortezza Europa, dopo l'imbarco a Tripoli ed il viaggio tra deserto, banditi e polizia di frontiera.
Sul gommone sono rimasti – come scrive Raphael Zanotti per La Stampa di ieri – solo documenti, fotografie, abiti, i contatti europei che i migranti avrebbero utilizzato una volta sbarcati e, soprattutto, il “tariffario”. Un semplice foglio di carta, a righe, con i nomi dei migranti trasportati ed accanto una cifra: 800 dollari per gli uomini, cento in meno per le donne. Tanto costa l'ultima parte del viaggio verso la Fortezza Europa, dopo l'imbarco a Tripoli ed il viaggio tra deserto, banditi e polizia di frontiera.
Sono 24 i nomi dei “paganti”, che vanno ad aggiungersi ai più di 600 migranti sbarcati nelle ultime settimane. Per loro il Mare Nostrum – dati i tanti migranti morti prima di arrivare sulle coste italiane o greche sarebbe forse il caso di chiamarlo “Mare Mostrum” - ha deciso di essere clemente, anche se l'ingresso nella fortezza europea non dà certo un biglietto di benvenuto. Con i documenti rimasti sul gommone, infatti, i migranti verranno prima inviati nei Centri di Identificazione ed Espulsione per essere identificati, ma il riconoscimento della loro identità, il ritorno allo status di persone, imporrà loro la fine del viaggio (a differenza di quel che si crede, infatti, in molti puntano ad arrivare nei paesi del Nord Europa) perché proprio quella “riconciliazione” li bloccherà nell'Europa meridionale dei loro diritti negati, costretti dal Dublino II a fermarsi alle soglie della Fortezza in attesa di essere rimpatriati, Respingendo le loro aspettative al punto di partenza.