Lo chiamano "l'ultimo dittatore d'Europa". Aleksandr Lukašenko, padre-padrone ("batka", "padre", come si fa chiamare) della Bielorussia dal 1994. Contro il suo regime non hanno sortito alcun effetto le sanzioni economiche, la sostanziale emarginazione da parte degli altri leader europei né le proteste dell'opinione pubblica. Perché, nell'epoca delle "Primavere", ancora nessuno ha abbattuto l'ultimo regime europeo? Colpa di una opposizione di "piccoli Lukašenko", come li definisce il regista (e dissidente) Yuri Khashchavatski o forse la risposta sta nel fatto che, per ora, nessuno ha interesse a far cadere questo regime? Basteranno le mogli dei dissidenti carcerati o la "Primavera di Minsk" arriverà solo con la nuova generazione di oppositori-internauti?
Per rispondere a queste domande: "Belarusian Dream", di Ekaterina Kibalchich (andato in onda lo scorso 27 marzo su Al Jazeera, all'interno del programma "Witness") e "Lukashenko chi?", di Elena Keidan e Alfonso Iuliano, andato in onda il 17 ottobre 2012 all'interno del programma di RaiEdu "Crash"