The Whistleblower

Nella foto: la vera Katryn Bolkovac
fonte: bolkovac.com

Hasan Nuhanović ha trovato giustizia. Questa mattina la Corte suprema olandese - ribaltando quanto deciso dalla Corte d'appello due anni fa - ha definito la responsabilità dei Paesi Bassi per l'assassinio del padre, della madre e del fratello minore dell'ex interprete per i Caschi blu olandesi (ne avevamo parlato più approfonditamente qui: Srebrenica, se il genocidio si processa da una parte sola), che vide - letteralmente - chiudere la porta della base Onu di Potočari in faccia ai propri familiari, lasciandoli così nelle mani del generale Ratko Mladić e rendendosi correi dell'omicidio di 8.372 persone (più di diecimila secondo le associazioni dei familiari) in quello che è passato alla storia come il più importante genocidio avvenuto in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: il massacro di Srebrenica.
Per i familiari delle vittime sarà ora possibile chiedere risarcimento all'Olanda per quanto accadde, in una "operazione umanitaria" che vide anche il fiorire di traffici di droga, carburante e prostituzione proprio grazie al contingente olandese.

Traffici che ieri erano al centro della serata di Sky Cinema Cult, che ha proposto The Whistleblower, film del 2010 diretto da Larysa Condracki con protagonista Rachel Weisz (nel cast anche Vanessa Redgrave e Monica Bellucci) che vanta un premio nobel come attrice non protagonista nel 2006 per un'altra storia vera riproposta in chiave cinematografica: le sperimentazioni di farmaci illegali in Africa da parte delle case farmaceutiche in "The Constant Gardener - La cospirazione", uscito nel 2005 per la regia di Fernando Meirelles.

Al centro di "The Whistleblower" Kathryn Bolkovac (nella foto), poliziotta del Nebraska che si ritrova a far parte del contingente Onu in Bosnia per guadagnare il denaro necessario per chiedere la custodia della figlia, affidata all'ex marito.
Qui si ritrova, in quella parte dimenticata della cronaca reale dei fatti, a tentare di eradicare un traffico di minorenni in cui sono coinvolti la polizia locale e gli uomini delle Nazioni Unite, spesso coinvolti in casi analoghi, come per il traffico "oro per armi" del contingente Monuc nella Repubblica Democratica del Congo, anno 2005.

Ma questa, come direbbe Carlo Lucarelli, è un'altra storia

"Non cerco uno scandalo. Faccio solo il mio lavoro"
[Kathryn Bolkovac/Rachel Wesz]