Se per comprare armi si tagliano i militari

nella foto il ministro della Difesa,
ammiraglio Giampaolo Di Paola. Foto: politici.openpolis.it

Roma - 252 a 12. È finita così la seduta del Senato di martedì 6 novembre nella quale è stata approvata una legge con la quale si affida al prossimo Governo il potere di «revisione in senso riduttivo» - per citare le parole del ministro della Difesa Giampaolo Di Paola – delle Forze Armate, che tradotto significa taglio del 20 per cento dei posti di lavoro nel settore della Difesa.

Tagli che però non intaccano l'altro lato della Difesa, quello cioè legato alle armi, che impegneranno l'Italia in una spesa stimata di «non meno di 230 miliardi per i prossimi 12 anni», come si legge in un documento presentato lo scorso 3 luglio alla Camera dei Deputati[1] dal deputato Augusto Di Stanislao dell'Italia dei Valori.

Insomma, la scelta del governo è ormai chiara: tagliare tutto ciò che riguarda il sistema di welfare e finanziare il sistema di warfare italiano, nel quale sono inclusi i cacciabombardieri da guerra F-35 il cui costo – nonostante la riduzione da 131 a 90 - potrebbe subire un vistoso innalzamento per le tasche del contribuente italiano[2] e che vanno ad aggiungersi ai 71 programmi di armamento già in essere in questi ultimi dieci anni.

«Milioni di persone e di famiglie non ce la fanno più» - dice Flavio Lotti, coordinatore nazionale di Tavola della Pace - «si tagliano i servizi alla persona e agli enti locali che li devono fornire ma i soldi per comprare armi e per soddisfare le ambizioni dei nostri generali non mancheranno».

Data la situazione sociale, sarebbe forse il caso di riprendere l'idea dell'ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che, disegnando l'Italia come «portatrice di pace nel mondo» nel suo discorso di insediamento, chiese di svuotare gli arsenali di guerra, «sorgente di morte» per colmare «i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame».

«Ora il provvedimento dovrà andare alla Camera e il dibattito dovrà essere riaperto» - conclude Lotti - «C'è spazio per un serio e ragionevole ripensamento». E magari chiedersi anche a cosa servano realmente tutte queste armi che stiamo acquistando.

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Note
[1] O.D.G. in Assemblea su P.D.L. 9/05273-A/023, Camera dei Deputati, 3 luglio 2012;
[2] Caccia F35, altro che tagli. Il costo è più che raddoppiato di Rachele Gonnelli, l'Unità, 17 ottobre 2012;