Condannati per aver cantato "Bella Ciao"

foto: roma.repubblica.it
Isernia - «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista», recita la XII Disposizione transitoria e finale della nostra Costituzione, così come la legge 645 del 20 giugno 1952 sancisca che commette reato chiunque «fa propaganda per la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista» o che ne esalti «esponenti, principi, fatti o metodi, oppure le sue finalità antidemocratiche». Capita, però, che nell'epoca grillina del “né destra né sinistra” qualcuno faccia un po' di confusione e se la prenda con gli antifascisti. Succede al Tribunale di Isernia, dove sette persone aderenti a varie associazioni del Comitato Antifascista molisano sono state condannate ad una settimana di carcere – poi convertita in 1350 euro – per aver intonato “Bella Ciao” e gridato “il Molise è antifascista” come forma di protesta (“manifestazione non autorizzata”, come è stata definita nel dispositivo della sentenza) ad una manifestazione dell'organizzazione neofascista Casapound tenutasi nella sala gialla della Provincia per la presentazione di un libro.
Quella di Isernia, ha denunciato Italo di Sabato, segretario regionale di Rifondazione Comunista e curatore del sito “Osservatorio contro la Repressione” «è la stessa Procura che ha archiviato gli esposti contro la riorganizzazione e l'apologia del fascismo» di un'organizzazione locale denominata “Fascismo e Libertà”.

Oltre il danno, la beffa. I giudici hanno infatti contestato ai sette un reato contenuto dal Regio Decreto 773/1931 – redatto in pieno periodo fascista – contestando loro «il fatto che il sit-in fosse stato autorizzato a notevole distanza dalla sala della Provincia mentre i sette si sarebbero avvicinati troppo per intonare Bella Ciao», come scrive in una nota del 1 settembre l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia di Mirano

«La cosa grave e che lascia molto perplessi» - dichiara Giovanni Barbera, membro del comitato politico romano di Prc-Federazione della Sinistra e presidente del Consiglio del Municipio Roma XVII – è che «gli autori dei saluti romani e dell'esibizione di simboli fascisti, comportamenti penalmente perseguibili e sicuramente più gravi di quello di “manifestaziono non autorizzata”, non sarebbero stati identificati e segnalatià all'autorità giudiziaria, come avrebbe dovuto essere per legge. Insomma un paradosso di cui qualcuno dovrebbe dare, per lo meno, spiegazioni».

qui il provvedimento di condannna del Tribunale di Isernia e l'informativa della digos