Maco "el Coyote", storia di un trasportatore di migranti


"Coyote", nell'America centrale e meridionale, è l'appellativo con cui si identificano quelli che "aiutano" i migranti a passare illegalmente la frontiera tra Messico e Stati Uniti.

Maco è uno di loro. Accompagna Clauda, Yolanda e Cara de Güisa in quello che, lui dice, sarà il suo ultimo viaggio. Un viaggio che ai tre, partiti dal Guatemala, è costato 6.000 dollari. Tre settimane - tanto, in media, dura il viaggio - vissute tra possibilità di essere arrestati durante i controlli transfrontalieri in Messico, derubati in quella che diventa una vera e propria guerra tra poveri o, come spesso succede, violentate se si è donne.

"Coyote", diretto dal regista andaluso Chema Rodríguez, è andato in onda su "La 2" (televisione spagnola) lo scorso 19 maggio.
«Abbiamo conosciuto Maco in un bar di Ciudad de Guatemala» – raccontava il regista durante la presentazione del documentario al Festival di Berlino - «Ci ha presentato 25 persone che volevano emigrare negli Stati Uniti e che aspettavano solo l'opportunità di farlo. Noi abbiamo scelto i tre migranti che reagivano meglio alle telecamere. E a partire da questi si è organizzato il viaggio». Chema Rodríguez, durante quella stessa presentazione, ha sottolineato come i poliziotti si sforzassero di far mostrare la "faccia buona" alle telecamere, ma la realtà della loro corruzione - nota in tutto il mondo - è decisamente diversa.


"Ho sempre voluto scrivere un libro per raccontare la mia vita e le mie storie. Ma dato che la gente non legge, ho preferito una pellicola".
[Maco]