L'ombra del clan Madonia su Expo2015

foto: milanomia.com
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Milano – Mantovani S.p.A., Socostramo s.r.l., Consorzio Veneto Cooperativo S.C.p.A., Sielv, S.p.A. Ventura S.p.A. Sono queste le società che fanno parte del raggruppamento temporaneo di imprese aggiudicatosi in via provvisoria l'appalto per la costruzione della piastra – cioè l'urbanizzazione di base comprendente opere idrauliche, percorsi interni, opere di sistemazione paesaggistica – del sito dove sorgeranno i padiglioni di Expo2015.

La scelta – come scriveva nei giorno scorsi Radio Lombardia[1] – è avvenuta secondo il principio dell'offerta economica più vantaggiosa, che ha visto vincere l'offerta di 165.130.000 euro del raggruppamento, Iva esclusa ma comprendente 16.200.000 euro per gli oneri di sicurezza, non soggetti a ribasso.

C'è, però, un problema. Grosso. La “Mantovani S.p.A.” - o “Ing.E.Mantovani S.p.A.” - è entrata nel racconto di Carmelo Barbieri, nome importante della famiglia mafiosa dei Madonia che per Giuseppe Madonia, detto “Piddu”, curava gli affari a Gela e nell'intera provincia di Caltanissetta. Il collaboratore, nell'ambito dell'inchiesta “Doppio Colpo 3”[2], ha infatti definito «pericolosi» i rapporti tra alcuni responsabili della “Mantovani”, società con sede legale a Mestre impegnata tra le altre anche nel Porto Isola di Gela, e Giuseppe Laurino, capo-area della “Calcestruzzi S.p.A.” per la Sicilia - appartenente alla multinazionale bergamasca “Italcementi S.p.A.” - ed appartenente alla famiglia mafiosa dei Cammarata di Riesi, divenuto collaboratore di giustizia nel novembre scorso[3].

Secondo quanto ricostruito da Barbieri, la “Mantovani” non si sarebbe limitata solo alle forniture mafiose di materiale da costruzione – cemento depotenziato soprattutto, utilizzato da Laurino per mantenere attivo il sistema dei fondi neri e le casse della famiglia – ma avrebbe accettato anche il sistema delle assunzioni imposte dai Cammarata nei cantieri gelesi, come quella di Francesco Lombardo, nipote del boss “Piddu”. Tra le due società, inoltre, stanti i rapporti personali tra Laurino ed i responsabili della società veneziana, vi sono state anche operazioni di assegnazione di subappalti.

Alla società veneziana, una delle aziende leader nel settore, con cantieri aperti un po' in tutta Italia, come ha ricordato Giulio Cavalli[4] era stato ritirato il certificato antimafia.

«Regione Lombardia è disponibile ad offrire alla società Expo 2015 la collaborazione del proprio “Comitato per la trasparenza degli appalti e la sicurezza dei cantieri”, del quale fa parte il delegato alla trasparenza Presidente Grechi, organismo che già opera con molto rigore relativamente alla trasparenza degli appalti regionali, monitorando il rispetto delle norme che riguardano i contratti per lavori, servizi e forniture e investimenti pubblici» ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, dettosi inoltre preoccupato per il «ribasso d'asta del 41% che si avvicina molto alla soglia di anomalia calcolata nel 43%».
D'accordo che Formigoni, in queste settimane, avrà forse qualche preoccupazione in più rispetto al solito[5], ma non sarebbe il caso di far intervenire tali organi prima e non dopo l'assegnazione di un appalto?

Note
[1] Expo, aggiudicata gara per la piastra, Radio Lombardia, 16 luglio 2012;
[2] Operazione Doppio Colpo 3, condannati in 3, TeleRadioCanicattì, 25 aprile 2012;
[3] Riesi, nuovo pentito. Dovrebbe fare luce sui rapporti fra i boss e le grandi aziende del nord, Omicron - Osservatorio milanese sulla criminalità organizzata al nord, 10 novembre 2011;
[4] Mafia e EXPO: cosa c’entrano i Madonia con i cantieri di Giulio Cavalli, 17 luglio 2012;
[5] Formigoni, tutti i regali di Daccò: 20 milioni tra villa, barca e cene, Libero, 19 luglio 2012