HSBC, la banca che lava il denaro di cartelli della droga e terroristi

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Città del Messico (Messico) – HSBC Holdings, Hongkong & Shanghai Banking Corporation. È la più grande banca europea per valore di mercato. Sede a Londra e 7.200 filiali sparse in 80 paesi, «l'unica banca locale presente in tutto il mondo» - come recita la sua pubblicità – ed un utile netto che lo scorso anno si è attestato a 16,8 miliardi di dollari.

Peccato che in quei 16,8 miliardi siano compresi i 600.000 travelers cheques quotidiani giapponesi, firmati in maniera illegibile e poi girati a commercianti russi del settore dell'auto o il denaro frutto degli affari con la Al Rajhi Bank, istituto che la Cia ha più volte accusato di finanziare il terrorismo islamico tra Indonesia, Afghanistan e Pakistan.
Ma, soprattutto, ci sono gli oltre 7 miliardi di dollari che tra il 2007 ed il 2008 sono stati “lavati” dai cartelli della droga messicani nei conti della HBMX, filiale locale del gruppo o attraverso Bital[1], istituto bancario acquistato nel 2002 dal gruppo londinese ed interessato da un'operazione - denominata “Casablanca” - che ha coinvolto la Drug Enforcement Administration, l'Fbi ed il Tesoro americano.

«Quello della HSBC» - evidenzia Tom Coburn, membro della Commissione d'inchiesta permanente del Senato americano in un articolo pubblicato da Claudio Gatti sul Sole24Ore[2] - «non è una, seppur grave, anomalia. Perché Citybank, Bank of America (dove un conto era riferibile al cartello dei Los Zetas, che riciclava il denaro attraverso la compravendita di cavalli, utilizzando l'istituto come banca d'appoggio, ndr[3]), Wachovia, Western Union ed altri istituti finanziari sono stati recentemente oggetto delle autorità federali per possibili attività di riciclaggio di denaro».

«Ci rendiamo conto che in passato abbiamo talvolta mancato di rispettare gli standard che i regolatori e i clienti si aspettano da noi. Ci scusiamo, ci rendiamo conto di questi sbagli, siamo pronti a rispondere delle nostre azioni e ci impegniamo a raddrizzare ciò che è andato storto» - scrive in una nota la banca che attraverso David Bagley – direttore dal 2002 dell'organo di controllo interno – ha di fatto dato l'ufficialità al necessario cambio ai vertici dal quale però le autorità di vigilanza americane non sono così convinte, considerando che segnalazioni che la banca fosse attiva nel campo del riciclaggio sono arrivate da alcune agenzie di vigilanza e dalla Federal Reserve nel 2003 e nel 2010.

Se è certa la responsabilità delle filiali nel riciclaggio – sottolineata nelle 345 pagine del suo rapporto finale - la Commissione d'inchiesta ha di fatto parlato di una responsabilità diretta anche dei vertici londinesi, che per anni hanno concesso l'apertura presso la filiale delle isole Cayman (dove ci sarebbero 51 mila clienti, zero uffici e zero dipendenti) di oltre duemila conti a società anonime e con azioni al portatore, «un classico strumento utilizzato da evasori fiscali e riciclatori di denaro», ricorda Gatti.

«In un'era di terrorismo internazionale, di violenza per droga per le strade e al confine e di crimine organizzato» - ha detto il senatore Carl Levin, responsabile della Commissione d'inchiesta - «è imperativo fermare i flussi di quel denaro che fomenta queste atrocità».

Note
[1] Bital incurrió en operaciones de lavado antes de ser vendido di Israel Rodríguez J., La Jornada, 20 luglio 2012;
[2] La ragnatela di Hsbc tra narcos e terroristi di Claudio Gatti, Il Sole24Ore, 21 luglio 2012;
[3] Usaron Los Zetas a Bank of America para lavar dinero: The Wall Street Journal, historiasdelnarco.com, 9 luglio 2012