Risvolti indicibili della crisi economica: il boom del traffico di organi

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Belgrado (Serbia), 24 giugno 2012 – È quasi una costante. Ogni crisi porta con sé un mercato illegale, nero, come si suol dire. È stato così per la crisi dell'Europa dell'Est a seguito della dissoluzione dell'Unione Sovietica, che ha dato il via ad uno dei più fiorenti mercati illegali del mondo, quello delle armi appartenute all'esercito che marciava sulla Piazza Rossa di Mosca.
È così, o quanto meno sembra essere così, per la crisi economica che sta strozzando i popoli dell'Europa Occidentale che, come scriveva nei giorni scorsi Massimiliano Ferraro su Ecoinchiesta[1], sembra stia portando ad un vero e proprio boom di uno dei mercati illegali più disumani ai quali si possa pensare: quello degli organi.

A lanciare l'allarme è Dan Bilefsky del New York Times[2] che racconta la storia di Pavle e Daniella Mircov, costretti a vendere un rene – messo all'asta per 30.000 euro – dopo che il signor Pavle ha perso il proprio lavoro in uno stabilimento di carne di Belgrado ed aver visto la propria richiesta per lavorare come cameriere respinta, e quando non arriva il lavoro non arrivano nemmeno i soldi per pagare le bollette. Così il servizio telefonico gli ha tagliato la linea e la famiglia Mircov vive praticamente al buio per riuscire a pagare la bolletta dell'elettricità. «Quando devi mettere il pane in tavola» - ha raccontato Pavle Mircov a Bilefsky - «vendere un rene non sembra poi un sacrificio così grande». Quando si è costretti a scegliere tra la legge e la disperazione, solitamente, è quest'ultima a prendere il sopravvento al momento delle decisioni.

Certo, la Serbia non è esattamente il paese più ricco d'Europa, ma molti esperti sostengono che la crisi economica stia spostando il centro di questo mercato, tradizionalmente basato in paesi come la Cina, l'India, il Brasile o le Filippine (come dimostrò un docufilm del 2009 del regista Roberto Orazi e di Alessandro Gilioli, giornalista de L'Espresso[3]), in paesi come la Grecia, la Spagna, l'Italia o gli Stati Uniti, dove negli ultimi tempi sono stati registrati molti casi di espianto di organi dai sans-papier.

«Grazie alla crisi finanziaria globale il traffico di organi è un mercato in espansione», ha raccontato al New York Times Jonathan Ratel, avvocato dell'Unione Europea che ha rappresentato l'accusa in un processo contro sette persone accusate di aver adescato persone povere dalla Turchia e dal Kosovo nel 2008 costringendoli a vendere i propri reni dietro la falsa promessa della riscossione di 20.000 euro.
In questo, naturalmente, a farla da padrone sono le reti della criminalità organizzata, che sfruttano la vulnerabilità di entrambi i lati del “mercato”: da un lato persone che soffrono un'indigenza strutturale, dall'altra persone con problemi di salute che non hanno alcuna intenzione di morire per le lunghe liste di attesa nelle quali vengono inserite. Da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Israele, Italia e Germania – secondo la ricostruzione fatta da Ratel – partono i flussi più ampi di pazienti alla ricerca di organi.
In molti casi, però, la vendita si trasforma in una sorta di donazione obbligatoria, in quanto i donatori non ricevono alcunché se non le cicatrici dell'operazione.

Il punto di contatto tra chi è costretto a vendere i propri organi e chi è costretto ad acquistarli passa o per gli intermediari – che nei mercati illegali non mancano mai – che arrivano a chiedere anche 100.000 euro per un rene o attraverso siti specializzati che si possono trovare in rete, dove il sito più famoso in questo ambito è registrato con un dominio russo.
Secondo Organ Watch – un'organizzazione per i diritti umani specializzato nel monitorare il traffico di organi e che ha sede a Berkley, in California – per quanto sia molto difficile dare delle cifre, si può stimare che siano tra i 15.000 ed i 20.000 i reni venduti illegalmente nel mondo ogni anno. Tra il cinque ed il dieci percento dei trapianti di reni derivano dal traffico di organi, stando a quanto sostengono le Nazioni Unite.

Secondo il governo la Serbia non è così povera da costringere i propri cittadini ad alimentare il traffico mondiale di organi, anche perché negli ultimi dieci anni nessun caso è stato perseguito, anche se l'ex giudice del Tribunale Penale Internazionale per la Yugoslavia Carla Del Ponte qualche mese fa denunciò come la Nato e l'UNMIK – l'amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite della provincia serba del Kosovo – abbiano impedito al suo ufficio di poter investigare sul traffico serbo-albanese negando l'accesso ad importanti documenti.
Molti, comunque, rimangono i dubbi in merito anche alla luce delle accuse mosse da Dick Marty, senatore svizzero per l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa su alcuni uomini leader dell'Uck (l'Esercito di Liberazione del Kosovo), in particolare Hasim Thaci[4], leader del gruppo egemone “della Drenica” che «deve indubbiamente la sua ascesa personale all'essersi assicurato un sostegno politico e diplomatico degli Stati Uniti e degli occidentali come partner locale preferito del loro progetto di politica estera» nonostante rapporti d'intelligence citati dal senatore lo indicassero come «il più pericoloso dei boss criminali dell'Uck» e Shaip Muja, consigliere di Thaci per i problemi della sanità che ha avuto un «ruolo centrale per oltre un decennio in reti internazionali per niente lodevoli, compresi i traffici di esseri umani, le procedure chirurgiche illecite e il crimine organizzato».

Se per i Balcani qualcosa si è mosso, sembra interessare molto meno a tribunali internazionali ed opinione pubblica ciò che avviene nel deserto del Sinai, dove centinaia di rifugiati sono rimasti per mesi in mano ai trafficanti – in questo caso sia di esseri umani che di organi - dando così conferma che il traffico di organi non è, come spesso si dice, solo una leggenda metropolitana.

Note
[1] Crisi economica e traffico illegale di organi in Europa di Massimiliano Ferraro, ecoinchiesta.wordpress.com, 14 giugno 2012;
[2] European Crisis Bolsters Illegal Sales of Body Parts di Dan Bilefsky, New York Times, 1 giugno 2012;
[3] Trailer: H.O.T. - Human Organ Traffic;
[4] Traffico di organi, le accuse a Uck e Hashim Thaci di Tomas Miglierina, Osservatorio Balcani e Caucaso, 15 dicembre 2010