Strage di Capaci, il ventennale di Cosa Nostra

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Catenanuova (Enna), 26 maggio 2012 – Tre giorni fa, lo sappiamo, c'è stata la commemorazione per la strage di Capaci del 23 maggio 1992, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo nonché gli uomini della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo ed Antonio Montinaro.
Nelle stesse ore in cui autorità della più disparata caratura facevano passerella a Roma, in Sicilia Cosa Nostra decideva di farsi sentire a modo suo. Tornando a sparare.

Il primo omicidio ci porta nell'ennese, precisamente a Catenanuova, dove sembrerebbe esserci un regolamento di conti per il controllo del territorio – uno dei tanti episodi di una lunga guerra di mafia che vide nel luglio 2008 l'uccisione di Salvatore Prestifilippo Cirimbolo, considerato il capomafia della locale famiglia – in cui, stando alle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, sarebbe coinvolto anche il clan catanese dei Cappello. A rimanere a terra sotto i colpi sparati da una Fiat Punto è stato Prospero Leonardi, 30enne, probabilmente l'obiettivo dei tre uomini che componevano il gruppo di fuoco. Ferito Angelo Drago, 42 anni. Entrambi, secondo gli inquirenti, vicini alla mafia. Leonardi è infatti cognato di Antonino Mavica, arrestato a maggio di un anno fa nell'ambito dell'operazione “Fiumevecchio” insieme ad altre dieci persone tra cui Salvatore Leonardi, che è invece cognato proprio di Angelo Drago.

Ad Aci Sant'Antonio invece, cinque colpi di pistola calibro 7.65 hanno raggiunto Giovanni Nicotra a bordo della sua Peugeot 308. Commerciante nel settore delle bombole di gas e titolare di un'impresa edile, era stato coinvolto nel 1998 dall'operazione “Ficodindia 4” contro il clan Laudani. All'epoca gli fu contestato il reato di estorsione dal quale venne poi assolto. La matrice dell'omicidio, dicono gli inquirenti, sarebbe da ricercare proprio negli affari legati alla sua attività.