Operazione "Gotha-Pozzo 2", chiuse le indagini sui collaboratori di giustizia

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Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), 1 aprile 2012 – Con le loro ricostruzioni avevano permesso di smantellare la famiglia barcellonese di Cosa Nostra, portando a conoscenza degli inquirenti gli affari dei “Mazzarroti”. Ora Carmelo Bisognano, Santo Gullo ed Alfio Giuseppe Castro dovranno rispondere dell'accusa di associazione mafiosa, come richiesto dai sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia di Messina Giuseppe Verzera, Fabio D'Anna, Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio chiudendo le indagini sul filone dei collaboratori di giustizia nell'ambito del procedimento “Gotha-Pozzo 2”, che all'inizio dello scorso mese aveva indagato trentuno persone tra capi, affiliati e semplici fiancheggiatori della famiglia barcellonese[1].

Carmelo Bisognano, ex reggente dei “Mazzarroti”, si è autoaccusato dell'uccisione di Sebastiano Lupica, avvenuta a Tripi nel 1994. A Santo Gullo invece vengono contestati l'omicidio di Antonino Ballarino, avvenuto a Mazzarrà Sant'Andrea nel 1993 e le esecuzioni di Carmelo Triscari Barberi del gennaio 1996 e Santo Munafò del giugno 1997, avvenuti entrambi nella masseria del tortoriciano Salvatore Calcò Labruzzo a Basicò. Tutti e tre i corpi sono stati rinvenuti nel “cimitero di mafia” di cui parlano i due collaboratori fin dal dicembre del 2010 e fino ad allora sconosciuto agli inquirenti.

Oltre agli omicidi, a Bisognano vengono anche contestate le estorsioni al titolare della “Gas spa” avvenuta a Terme Vigilatore tra il 2000 ed il 2001, che si vide costretto a consegnare al boss somme di cento milioni di lire in almeno due occasioni.

Note
[1] http://senorbabylon.blogspot.it/2012/03/chiuse-le-indagini-del-procedimento.html