Riina, da "u curtu" a "u pazzu"?

Caltanissetta – Totò Riina sarà sottoposto a perizia psichiatrica. È quanto richiesto ed ottenuto da Luca Cianferoni, legale del boss che alcuni vorrebbero ancora a capo di Cosa nostra, nonostante i tanti anni passati in carcere e che, sostiene il legale, sarebbe diventato incapace di intendere e di volere.
La richiesta è stata avanzata nell'ambito del processo d'appello per l'omicidio di Giovanni Mungiovino, politico ennese appartenente alla Democrazia Cristiana, ucciso il 9 agosto del 1983 per essersi messo contro i corleonesi.
Questa mattina i giudici di Caltanissetta hanno acconsentito alla richiesta, nominando un collegio di periti composto dal medico legale Vito Milisenna, da Pasquale Gozzo, medico psichiatra e da Felice Di Buono, psicologo, che visiterà Riina in carcere giovedì prossimo, depositando la perizia una settimana dopo, il giorno dopo si celebrerà la seconda udienza del processo, per il quale si è registrato anche lo stralcio della posizione del boss.
Era stata invece respinta la richiesta, fatta ancora dall'avvocato Cianferoni, di far visitare il suo assistito, affetto – oltre che da incapacità di intendere e di volere – anche dal morbo di Parkinson. Toccherà al dottor Paolo Procaccianti scoprire se tali condizioni cliniche siano reali o meno.

È interessante, peraltro, notare come sempre un paio di settimane fa sorte simile fosse toccata a “zu Binnu”, Bernardo Provenzano, che non sarebbe più in grado di partecipare al processo per l'omicidio di Ignazio Panepinto avvenuto durante la seconda guerra di mafia (anni Ottanta) in cui è imputato perché affetto da una grave forma di demenza senile a seguito di un ictus. Da qui la richiesta di Rosalba Di Gregorio.

È, questa, una strategia per certi versi “napoletana”. È stata proprio la camorra, come ha brillantemente raccontato lo psichiatra Corrado De Rosa nel suo “I medici della camorra”[1] a spiegare come quella delle perizie – mediche e soprattutto psichiatriche – sia diventata nel tempo una vera e propria arma (legale) utilizzata fin dai tempi di Raffaele Cutolo e della Nuova Camorra Organizzata (Nco) per far uscire i boss dal carcere, permettendogli dunque di riprendere a gestire i propri interessi con maggiore facilità.

Se la perizia dovesse dare esito positivo, sarà il caso di iniziare a cambiare soprannome a Riina, passando da Totò “'u curtu” a Totò “'u pazzu”.

Note
[1] http://senorbabylon.blogspot.com/2011/09/quando-il-boss-e-sotto-stress-la.html