Il lavoro "a click" e la competitività del mercato globale

New Delhi - L'ultima moda è quella del lavoro in “outsourcing telematico”. Attraverso piattaforme nate per il lavoro informatico in rete, le aziende – per lo più americane – offrono lavoro a persone che svolgono tutto attraverso software di video-conferenza, in un gioco al ribasso (di salari e diritti) che qualcuno si ostina a chiamare “competitività”.

A scriverne è, oggi, Antonello Mangano su Terrelibere.org[1]: grafici, traduttori, giornalisti, programmatori si iscrivono a piattaforme come oDesk, Getacoder, Elance in maniera completamente gratuita. Le aziende, in base alle caratteristiche di cui hanno bisogno, selezionano il lavoratore/i lavoratori – solitamente giovani indiani che hanno il vantaggio di essere altamente formati e di richiedere stipendi bassissimi – pagandoli attraverso il metodo Paypal. «Una rupia» - scrive Mangano nell'articolo - «equivale a un centesimo di euro e a due di dollaro. Uno stipendi di 345 dollari (1800 rupie) è considerato discreto». Basta fare due conti per capire come questo sistema sia ben visto da chi predica il contenimento dei costi di gestione dei lavoratori.

Modello eBay. Funziona così: l'impresa inserisce il classico annuncio “Cercasi”, scrivendo nella richiesta di cosa necessita. Dall'altro lato, gli iscritti non devono fare altro che inserire il proprio curriculum allegando una scheda dettagliata delle sue competenze e, eventualmente, sostenere un esame on-line per vedere se quello che dichiara è effettivamente quello che sa fare. Niente di più e niente di meno, in realtà, di quello che un po' tutti facciamo quando, in cerca di lavoro, passiamo intere giornate portando curriculum in giro per la città. L'unica differenza è che nel caso di siti come Elance (27.706 nuove offerte negli ultimi 15 giorni) o Getacoder (2.472 nell'ultimo mese) l'unica cosa a spostarsi fisicamente sono le dita sulla tastiera.
Le imprese che assumono si trovano di fronte al “solito” dilemma: conciliare il minor costo possibile con la più alta professionalità possibile. Per questo si utilizza il “sistema eBay”: oltre al costo, infatti, valgono l'esperienza e le referenze (o “feedback”, adattando ai tempi). Se un iscritto lavora male o, dall'altro lato, un datore di lavoro non rispetterà gli impegni, i feedback negativi faranno in modo che sarà per lui più difficile trovare lavoro o lavoratori.

Un vantaggio in un modus operandi simile, comunque, c'è. Quello cioè che permette ai giovani di poter rimanere a lavorare nel loro paese, magari senza nemmeno doversi spostare troppo tra una città e l'altra, piuttosto che intraprendere viaggi oceanici senza avere la sicurezza che quello sarà un viaggio a buon fine.

Gli italiani, ricorda l'articolo, sono pochi, in particolare per l'endemica diffidenza, la scarsa conoscenza dell'inglese ed il fatto che il cambio euro/dollaro non è certo conveniente come quello dollaro/rupie. Ed anche perché, ad esempio, per il comparto giornalistico c'è chi offre dieci centesimi di euro a parola. In questo, evidentemente, la “rivoluzione” del lavoro “a click” non ha cambiato poi molto.SB

Note
[1] Come affittare un freelance da un continente all’altro. Online e a basso costo, Antonello Mangano, Terrelibere.org, 21 dicembre 2011