Nocara: all'ombra dell'ultima...antenna

Nocara (Cosenza) -  Nocara è un paese che si estende su una superficie di circa 33 kmq nell'Alto Jonio cosentino a circa 865 metri sul livello del mare che - stando alle tradizioni - sembra aver dato i natali a Ponzio Pilato, nonostante tale paternità sia rivendicata anche da altri comuni calabresi. Quel che è certo, comunque, è che il piccolo paese di Nocara è uno di quegli “atolli” ancora liberi dalla cementificazione selvaggia come se ne trovano, sempre meno, nella provincia italiana.
Ma il piccolo paese di Nocara, oggi, assomiglia alla Val Susa. L'ombra dell'”albero di noci” (o di mandorle, dal latino...) da cui prende il nome nelle mire di qualcuno dovrà essere oscurata da un'ombra ben più alta e minacciosa: quella di un'antenna alta 36 metri che, nei disegni dei “piani alti” dovrebbe servire alle forze di polizia tutte in un'ottica di sicurezza nazionale. Ma è davvero così fondamentale – nella ragnatela di antenne utilizzate dalle nostre forze dell'ordine – il paese di Nocara? È davvero di importanza strategica che questa venga posizionata in un posto di poche centinaia di abitanti e che – stando ai dati – fa qualcosa come 13 (tredici) abitanti per chilometro quadrato?

Prima di rispondere a queste domande bisogna sottolineare come questo – per i nocaresi – sia un deja vu: nel 2005, infatti, chi nell'amministrazione oggi si scaglia contro l'antenna, niente ebbe a dire contro quella di Radio Italia – che invero trovò l'unanimità della cittadinanza – poi spostata dal centro abitato per quel “difetto” di attirare i fulmini durante i temporali provocando danni alle abitazioni vicine.
Come poi ci insegna il “caso” Radio vaticana, l'inquinamento elettromagnetico che ogni antenna porta con sé – di qualunque natura essa sia – aumenta in maniera esponenziale tutta una serie di malattie che ormai sono ben note anche all'opinione pubblica quali leucemie, disturbi cardiaci, riproduttivi, neurologici e via discorrendo. È per certi versi inquietante, tornando al caso di Nocara, notare come il vice-sindaco – Giambattista Settembrino – di professione faccia il medico (chirurgo).

Può la politica – in nome di un ipotetico progresso e di un forse più reale becero affarismo – svendere la salute della cittadinanza?
I casi si sprecano: dalla battaglia NoTav in Val di Susa (che in questi giorni è ancor più sensato definire “battaglia” e che nei giorni scorsi ha visto anche la prima vittima: http://www.notav.info/post/primo-morto-delloperazione-talpa-blindato-dei-cc-investe-pensionata/) passando per la battaglia contro l'ampliamento dell'aeroporto fiorentino di Peretola (http://senorbabylon.blogspot.com/2011/06/anche-prato-ha-la-sua-val-di-susa.html) fino ad arrivare alla lotta contro le antenne di Nocara o a tutte quelle battaglie considerate troppo “locali” per trovare un minimo spazio sul circuito mainstream, è oggi sempre più evidente quanto l'unica opposizione in questo paese oggi la facciano i comitati cittadini, che per questo vengono tacciati di “sovversività” quando non di vero e proprio “terrorismo” e per questo manganellati (come in Val Susa) o denunciati per «occupazione illegale con annessi ricatti» della sala consiliare come avvenuto proprio nel piccolo paese di Nocara. Il piccolo paese che assomiglia alla Val Susa.

Una vittoria di Pirro?
Sarà stata anche una “occupazione arbitraria e illegale”, fatta con “ricatti” e “striscioni diffamatori”, sta di fatto che quell'occupazione ha portato comune e privati a rivedere, seppur parzialmente, i propri piani. Ma sappiamo che quel che la politica caccia dalla porta lo reintroduce dalla finestra, e dunque occupare la sala consiliare potrebbe aver portato, sostanzialmente, ad una non-vittoria. Perché nonostante Nocara sia un piccolo paese di poche centinaia di anime, i cittadini si trovano a fare i conti con “interessi superiori” - copyright del Prefetto – che difficilmente si faranno fermare da un consiglio comunale.

Gli “interessi superiori” – come al solito – hanno nomi e cognomi.
Il primo è TETRA (o ETRA), cioè Terrestrial Trunked Radio – o Trans-European Trunked Radio – uno standard di telecomunicazioni indirizzato ad utenze professionali – pubbliche e/o private – interessate ad avere una propria rete radiomobile con comunicazioni cifrate. Da qui l'interesse a destinare alle forze dell'ordine l'antenna che si voleva (vuole?) mettere su suolo nocarese. Costi elevati – data la limitatissima richiesta – e possibili interferenze con dispositivi elettronici quali pacemaker e defibrillatori sono i due più importanti svantaggi. Questa tecnologia è alla base del Progetto Nazionale Interpolizie, acquistato dal Ministero dell'Interno per 560 milioni e che è stato messo in mano alla Selex Communications S.p.A., leader nel settore delle «apparecchiature e sistemi integrati per comunicazione, controllo e gestione in ambito civile e militare» e controllata (dal 2002) dal gruppo Finmeccanica.

Uscire dalla porta per rientrare dalla finestra, dicevamo. Così probabilmente sarà anche questa volta, dato che lo stesso sindaco Trebisacce ha portato in consiglio una richiesta di Radio Italia che si sarebbe fatta sub-locatrice per permettere a Selex di installare il ripetitore sulla sua antenna. In questo modo sfumerebbero anche gli 8.000 euro all'anno promessi al Comune di Nocara. Fate voi stessi il conto su quanto convenga alla cittadinanza – rimanendo nell'ambito puramente economico – questa antenna: 8.000 euro è la cifra che sarebbe versata annualmente nelle casse comunali. Questa va divisa per i giorni dell'anno (365) e per la popolazione che, stando al censimento anagrafico ISTAT del 2010, risulta essere di 462 persone. Il risultato – che definire “briciole” è eufemistico – è evidentemente quanto la giunta attualmente al governo valuta la vita di ogni singolo cittadino.

Più che un'antenna, comunque, quel che sembra evidente sia necessario a stretto giro di posta è un assessore alla salute. Decidere di installare un'antenna – dichiarate ufficialmente nocive dalla sentenza della Cassazione n.5172 del 6/10/1979, della Corte Costituzionale (88/79) del Ministero dei Lavori Pubblici (Decreto Ministeriale 381/98) e dalla Corte di Cassazione con sentenza della prima sezione penale del 29/11/1999 – sul principale serbatoio idrico della zona è una decisione da azzeccagarbugli più che da assessori. Se a ciò aggiungiamo anche la discarica di “Armi Sant'Angelo” (comunque sequestrata dai carabinieri di Oriolo in quanto priva dei requisiti di sicurezza ambientale) si può facilmente intuire a che pagina del programma della giunta comunale sia stata delineata la questione “salute”...

Capitolo a parte – o forse direttamente un'enciclopedia a parte – meriterebbe la figura del sindaco Trebisacce, il quale, accusato dalla capogruppo di minoranza Maria Antonietta Pandolfi di aver corretto il bilancio a mano (troppo) libera, si è sentito legittimato a rispondere a tale invettiva sostenendo che ci sarebbero metodi vari per far quadrare i conti.
In attesa di ritrovarcelo al Ministero dell'Economia, non ci rimane che capire se i cittadini del piccolo paese che assomiglia alla Val Susa saranno costretti a diventare valsusini. Ma questa è un'altra storia...