Bocche cucite (e non è un modo di dire)

Le immagini che seguono sono decisamente forti. Perché ci raccontano ancora una volta quel che non vogliamo sentirci raccontare. Raccontano quello che non vogliamo vedere e che, per sentirci superiori abbiamo iniziato a definire, di volta in volta, "extracomunitari" o "clandestini" senza renderci conto - o rendendocene perfettamente conto, dipende dai punti di vista - di quanto questo imbarbarimento faccia male a loro, ai migranti rinchiusi nei Centri di Identificazione ed Espulsione per una legge idiota che solo questo stato poteva ideare, e faccia male a noi, che ogni giorno diventiamo sempre più miserevolmente xenofobi, ignoranti e vuoti.
Loro - i migranti - ogni giorno tentano il suicidio ingoiando tutto quello che possono, dai pezzi di vetro alle pile. Ma quel che hanno fatto in quattro al C.I.E. di Torino e poi altri cinque in quello di Gradisca d'Isonzo  è un passo ulteriore verso il baratro a cui la "civile" Italia si sta avvicinando:

Sono immagini che ci pongono di fronte alla "solita" domanda: tra esseri umani diventati "clandestini" con un tratto di penna ed i cittadini che continuano a credere nel berlusconismo come fonte di tutti i mali chi è il più criminale?

Se noi ci siamo autodefiniti dalla parte del "bene" allora chi tutela il male quando il bene si prepara ad ammazzare (o a cucire le bocche, come in questo caso...)?