Di pura razza italiana.

Son proprio strani questi italiani.
Si atteggiano ad imperatori, ma non si rendono conto di essere solo la periferia della periferia.
Si atteggiano a razza eletta – per far cosa, poi, bisogna ancora capirlo – non rendendosi conto di essere dei semplici burattini. Una volta in mano ad uno, una volta in mano all'altro. E la giostra continua a girare...

Prima o poi, davanti a quelle fittizie separazioni chiamate confini, utili solo a creare un altrettanto falso senso di identità nazionale, dovremo scriverci:
«Non siamo razzisti. Ma se ve ne tornate a casa vostra è meglio».
È questo lo slogan che va più di moda adesso in questo paese. Una volta, quando nel mondo andava di moda un medico argentino, erano tutti lì a dire: “Hasta la victoria siempre!” Bah...chissà che voleva dire. Perché l'italiano medio è così: segue le mode anche nel modo di pensare. Troppa fatica, pensare. D'altronde è sempre stato più facile stare dietro alle chiacchiere di poco conto, dietro agli scandaletti del capopopolo di turno, dietro a una manciata di ragazze e ragazzi che, per avere legittimità sociale, sono disposti a fare l'attrazione del circo. Che ce frega, stiamo in televisione!
Panem et circenses, si usava dire una volta. Solo che il panem è finito da un po', e pure le brioches iniziano a scarseggiare.
Quel medico argentino – Ernesto Guevara, si chiamava – l'11 dicembre del 1964, di fronte all'assemblea generale dell'ONU osò dire che «la "civiltà occidentale" nasconde sotto la sua vistosa facciata una realtà di iene e di sciacalli». Che è esattamente quel che oggi è l'Italia, paese (laico) deciso a fare la revoluciòn affinché non venga tolto il crocefisso dalle aule, ed altrettanto deciso a guardare da un'altra parte se quegli stessi valori rappresentati in quel simbolo devono essere messi in pratica.
Come a Rosarno, dove i cittadini giocano a fare i machi, a minacciare genocidi, a girare per la città a bordo di ruspe manco fossero il soldato israeliano che uccise Rachel Corrie, a pestare ragazze e ragazzi la cui unica colpa è quella di venire da un paese diverso. Anzi no, ne hanno un'altra di colpa, questi ragazzi. Vivono. Gli viene.

Anche l'italiano medio vive. Ma vive in un modo diverso. Perché l'italiano medio non è capace di vivere senza un padrone, mentre quei ragazzi che attraversano il Sahara e poi il mare e poi si fanno picchiare per avere un fottuto lavoro che noi non vogliamo fare perché troppo degradante, vivono proprio perché loro, dal padrone, tentano di liberarsi. Scappando dai loro paesi, in guerra per la sete dei popoli che abitano l'Impero, e ribellandosi quando – venuti nella periferia – qualcuno tenta di addomesticarli, sfruttandoli in condizioni disumane e pagandoli poco e niente. Ma noi c'abbiamo da vedè la televisione, mica possiamo badare a 'ste cose! E poi quelli sono brutti, c'hanno un odore strano, e poi ho sentito che ai loro paesi fanno degli strani riti che tu ti addormenti e mentre tu dormi loro vengono, ti rubano in casa, ti violentano e poi ti ammazzano. L'ho visto al film alla tv l'altra sera.

Diciamolo: all'italiano medio rimanere nell'ignoranza piace. Perché c'è qualcuno che ti pre-confeziona quello che devi dire e pensare. E all'italiano medio questo piace ancora di più. Perché l'italiano medio è nato per essere un uomo al guinzaglio, come i cani. Solo che i cani, ogni tanto, al padrone qualche morso glielo danno. L'italiano no, l'italiano si sente al sicuro con quel cappio al collo. E più il padrone tira, più il guinzaglio lo soffoca, e più l'italiano è contento. Perché chi nasce tondo non muore quadro, si dice dalle mie parti. E se sei nato servo muori servo.
Perché se il popolo italiano fosse un popolo di persone intelligenti – qualcuna c'è, ma ormai l'energia sta finendo anche per loro – capirebbero che il vero problema, a Rosarno come in tanti altri posti in questo paese, non è l'immigrato. Perché l'immigrato ormai non ti ruba neanche più il lavoro, perché per te, italiano medio, quel lavoro è troppo “da pezzente”, e tu no, tu sei uno che il pezzente non lo fa. Perché tu c'hai una dignità. Mica come loro, mica come questi animali che a casa loro non c'hanno niente eppure sfornano figli come conigli! Che cazzo li fanno a fare tutti 'sti figli se poi sanno che la maggior parte muore? Sono proprio delle bestie.

Noi invece non capiamo che il problema è il Potere che ci tiene tutti in mano, è quella criminalità organizzata che, a Rosarno come nella stragrande maggioranza delle zone dell'Italia –indistintamente tra Padania e Sud – mette popoli autoctoni e popoli stranieri gli uni contro gli altri, perché così può amministrare con la “sua” giustizia (quella che stiamo vedendo in queste ore a Rosarno) e può continuare a fare i “suoi” affari, quelli che neanche quegli uomini e quelle donne che siedono in Parlamento contrastano, perché alcuni di questi parlamentari, nelle istituzioni ci sono proprio grazie alla criminalità organizzata!
Ma noi mica ci possiamo mettere contro la mafia? Mica possiamo andare contro la 'ndrangheta o contro la camorra? Quelli fanno gli ammazzamenti veri oh, e di Peppino Impastato non ne nasce certo uno al giorno! E allora a cosa è servito il boom di Gomorra, il libro di Saviano che avrebbe dovuto far risvegliare le coscienze? A niente, ecco a cosa è servito! Perché l'abbiamo letto praticamente tutti, in questo paese, quel libro. Solo che chiedeva una cosa bruttissima, quel libro: ci invitava a ritrovare la nostra coscienza sociale! Ci invitava a mettere un punto sulla gestione criminale di questo paese, e a prenderci in prima persona le responsabilità di “cittadini”, che non significa certo scendere in piazza ogni tre giorni per protestare contro il niente! Anche perché, parafrasando Gaber, dopo la manifestazione tutto resta come prima e chi se ne frega. Essere cittadino di un paese significa ben altro. Ma noi certo non possiamo saperlo, troppo presi a capire se Berlusconi in realtà i cerotti li portava per l'aggressione o per il lifting, e mentre noi parliamo del nulla 5 persone al giorno continuano a morire sul posto di lavoro, perché i padroni hanno detto che fanno pochi soldi, e quindi bisogna tagliare sulla sicurezza. E se per caso muore un operaio perché è senza protezione è un peccato, perché è una seccatura che devo metterlo in regola, ma vabbé, tanto faccio risultare che è morto il primo giorno di lavoro; in un paio di settimane più o meno mi sbloccano il cantiere e torno a fare gli stessi affari di prima.

Perché a chi nasce servo, a chi è abituato a non usare il cervello, quando gli dici: «Guarda, quello è il tuo nemico», lui con geometrica ignoranza va, picchia, e se è possibile ti porta anche un ricordino per farti vedere quanto ti è fedele. D'altronde tu sei l'imperatore, il guinzaglio in mano ce l'hai tu. Io posso solo obbedire.

Se fossi uno straniero – uno di quelli “di serie B”, naturalmente, perché quelli di serie A non si toccano – me ne andrei da questo paese, perché questo paese non si merita neanche le mie braccia sfruttate, non merita neanche che io stia sotto il sole cocente a raccogliere pomodori per farli arrivare sulle tavole di quella stessa gente che se mi vede in giro, mi umilia, mi denuncia e poi mi picchia. Tanto a loro non fanno niente, loro sono di pura razza italiana! E anche se non sanno parlare neanche la loro lingua, sono loro i “padroncini”, in periferia. E si sa che il padrone è quello che tiene in mano il guinzaglio.


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