PAZ SIN FRONTERAS!


Plaza de la Revolucion, L'Avana. Cuba.
I Negrita – storico gruppo rock aretino – nel loro ultimo album si chiedono che rumore fa la felicità. Oggi, nella Giornata Mondiale per la Pace, ci si potrebbe chiedere che colore ha la pace. E la risposta è bianco. Bianco come l'enorme distesa di persone che ieri si è riversata in Plaza de la Revolucion a L'Avana, Cuba, al grido di “Paz sin Fronteras”. Pace senza Frontiere.

Un concerto strano, in una Cuba che – nonostante quel che ne pensano i “vecchi” anti-castristi – ha voglia di cambiare, voglia di chiudere con il passato di restringimenti. E forse lo hanno capito anche le nuove leve dei «gusanos», gli esuli che nonostante le forti critiche verso Juanes – uno degli artisti più coinvolti in quel modo di intendere la musica come strumento politico - hanno pubblicato un manifesto di appoggio al cantante colombiano, sottolineando che la cultura, la musica, lo spirito del dialogo, sono lo strumento più efficace per abbattere l'autoritarismo, la repressione, la violazione della libertà (si ricordi che sull'isola ci sono ancora 26 giornalisti cubani rinchiusi in carcere).

"La musica non può rispettare un embargo. Lo rispettino i politici, gli artisti non possono rispettarlo"
Sono le parole di Jovanotti, unico italiano presente al concerto che, insieme a Miguel Bosé (che fortunatamente ha un rispetto all'estero ben maggiore di quello che gli è riservato nel nostro paese), Orishas, Los Van Van, Silvio Rodriguez, X Alfonso, Carlos Varela, Amauri Perez, Olga Tanon, e tanti altri hanno risposto affermativamente all'appello lanciato dall'autore de La Camisa Negra (che solo nell'acefala Italia poteva essere scambiata per canzone filo-fascista) per quello che i media latino-americani hanno definito “l'evento musicale più importante del decennio”.

C'erano 32 gradi “ufficiali”, ieri alle 14 (le 20 in Italia) in Plaza de la Revolucion, quando cioè è iniziato – in perfetto orario – il concerto, tanto che nei giorni precedenti gli organizzatori avevano avvertito di munirsi di cappellini e bottigliette d'acqua. Nel resto del mondo in quell'orario non esiste trovare chi è disposto a fare – o ad andare a vedere – un concerto. Orario congeniale alla diretta in Europa, ma sopratutto orario ottimo per evitare le luci artificiali, visto anche che tutti gli artisti non hanno percepito il becco di un quattrino per esibirsi. Perché ci sono alcuni artisti per i quali “lavorare per la pace” è ben più importante del conto in banca. Sarei curioso di sapere quanti altri “big” lo farebbero. Ma ho paura di non riuscire a terminare le dita di una mano...

Molto spesso si pensa che la musica possa essere veicolo per un mondo migliore o strumento di denuncia dello schifo che viviamo in questo (penso ai 99 Posse in Italia o alle Actitud Maria Marta in Argentina). Sinceramente non so se ciò sia vero, come non so se un concerto possa portare ad un mondo di pace. Forse è solo un progetto visionario, un'illusione. Ma in un mondo sempre più violento, in cui ogni giorno donne, bambini e uomini continuano a morire per la follia di pochi potenti forse c'è davvero bisogno di nutrirsi di quest'illusione.



Qui http://www.yahoo-pazsinfronteras.com/ il concerto in versione integrale...