Vaticani Aborti...


Signori e signore, ho l'onore di presentarvi l'Arma di distruzione di massa per eccellenza.
Cosa? Ah no, non è un missile anticarro super-intelligente e tantomeno una mina antiuomo. Si tratta di un affarino microscopico, che si può tranquillamente tenere con due dita e che in questo paese medievale sta facendo parlar di sé ormai da tanti anni.
Mi riferisco alla Ru486, “volgarmente” detta anche pillola abortiva.
In tutto questo gran vociare di movimenti “contro” e “pro” mi è tornata in mente la scena di Matrix in cui Morpheus pone a Neo la scelta tra le due pillole: con una continui il viaggio in Matrix, con l'altra torni all'ovattata società.
Non entrerò nel merito di come funziona o di quali siano i danni chimicamente rilevanti della pillola, principalmente perché ero un gran somaro quando studiavo chimica, ed in quella materia tale sono rimasto. L'unica cosa che mi interessa – e che ho trovato girovagando nell'archivio di Repubblica – è il “come funziona?” ed il “quali sono gli eventuali danni?”.
Riporto fedelmente le due risposte:
1)Come funziona?
«La Ru486 blocca il progesterone, un ormone fondamentale per lo sviluppo della gravidanza, inibisce lo sviluppo embrionale e causa il distacco e l'eliminazione della mucosa uterina, un processo simile a quello che avviene durante le mestruazioni. Non richiede né anestesia né intervento chirurgico e, se usata correttamente, funziona nel 95% dei casi. »
2)Controindicazioni ed effetti collaterali?
«Non può essere somministrata a chi prende anticoagulanti o cortisonici. I decessi, grande materia del contendere, su oltre 1 milione e mezzo di donne in Europa e oltre 650mila in America sono stati 29.»Solo 29!!! Un po' poco per dire che assumere la pillola fa rischiare il decesso, no?

Come se non bastasse, pochi giorni fa è stata depositata in sede parlamentare la relazione annuale sull'interruzione volontaria di gravidanza, la quale dice che il nostro è il paese col tasso di aborti più basso d'Europa. Nel 2008 sono stati 121.000 casi, il 4% dell'anno precedente e il 48% meno del 1982(data in cui è stata scoperta la pillola). A ciò si aggiunga che tutta questa discussione è assolutamente inutile perché la Ru486 è già usata da tempo in Italia. L'ingresso nel prontuario farmaceutico serve solo per permettere alle Regioni – visto che le spese per il farmaco sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale – di non doverlo acquistare all'estero (e quindi di risparmiare qualcosina...).

È un po' di tempo che mi sto fissando sulla società machista in ci viviamo. E la materia del contendere – che non è tanto la pillola in sé, ma questo lo vedremo tra un attimo – rientra a buon titolo in quest'ottica.
Io ho sempre sostenuto che ci sono delle cose che non possono e non devono essere stabilite per legge. Semplicemente perché non si può standardizzare un comportamento che è diverso da singolo a singolo, e che addirittura all'interno di un unico individuo può variare a seconda del contesto e dell'esperienza personale. Mi riferisco all'eutanasia e – appunto – all'aborto, perché come ben capirete ognuno di noi ha una diversa sensibilità nell'affrontare casi come la propria o l'altrui morte, che sia essa di un corpo o di un qualcosa che deve ancora formarsi. In questi casi reputo l'unica cosa giusta da fare sia lasciare totale libertà di scelta a chi ci si trova invischiato. Avete notato chi si sta accanendo in questa vicenda? Il Ministro Sacconi ed il Vaticano per lo più. O meglio, solo il Vaticano perché il governo italiano è pilotato da Santa Romana Chiesa. E il Vaticano da chi è comandato? Da uomini, ma guarda un po'! Cioè da gente che definisce l'aborto una “violazione dei diritti di uguaglianza di sessi”. Perdonatemi, ma francamente una cazzata simile mi fa ridere, visto e considerato che – a parte in un film – non ho mai visto partorire un uomo.
Sappiamo tutti poi quanto a questo governo interessi ritrovare l'accredito perduto tornando sotto la gonnellina papale dopo gli scandali e scandaletti (o scaLdaletti??) degli ultimi tempi...

"La Ru486 è un simbolo che il Vaticano non ama perché la scienza si è alleata con il femminismo" dice Emile-Etienne Baulieu, padre della pillola abortiva.
E io credo che il vero motivo del contendere sia tutto qui: tutto in quella concezione medievale della donna-oggetto, sforna-bambini e comunque subordinata al padre/marito-padrone. E chi se ne frega se la donna viene picchiata o violentata, evidentemente vestiva in maniera troppo sexy (e non lo dico io ma “Suor Maria” Binetti, emissario opusdeiano in Parlamento...).
Alle volte penso che in questo paese non siano solo le donne a subire violenze e stupri. Penso che lo stesso trattamento sia destinato anche alle parole. Prendiamo il termine “aborto”: visto esclusivamente come sinonimo di omicidio. Quando si è di fronte a casi di ragazzine “dall'ormone sveglio” per così dire sono d'accordo anch'io. Ma nel momento in cui ci si trovi di fronte a ragazze e donne che magari rischiano la vita nel caso portino avanti la gravidanza credo bisogna togliersi quel manto bigotto di derivazione clericale e farsi da parte. Autodeterminazione si chiama. Perché in ogni caso l'aborto è un dramma. La legge sull'aborto è un diritto.

Alcuni anni fa – non ricordo dove, come e perché – ho visto un video su una sorta di “figura professionale” che mi fa alquanto schifo: sono quelle persone che vanno dalle donne che hanno deciso di abortire – e che quindi si trovano in una situazione psicologica non certo semplice – a fargli il predicozzo sul fatto che l'aborto è un omicidio e tutte 'ste belle paroline qui. Io ero convinto che i “terroristi integralisti” fossero quelli che combattiamo in Afghanistan o in Iraq. O almeno così ci aveva fatto credere la "santa cultura occidentale mainstream". Perché mi chiedo con quale dignità si possa andare ad infierire in quel modo su chi ha già le difese abbassate. Come si può fare del vero terrorismo psicologico sugli indifesi.

In tutto questo, però, sono riuscito a trovare anche un risvolto abbastanza “comico” e cioè l'affannosa rincorsa del volere papale da parte dei nostri neocon governativi, che vogliono introdurre dei “test socio-psicologici” per le donne che decidono di abortire. Non mi fa ridere tanto questa decisione, che forse potrebbe anche essere un'idea decente, quanto i “criteri” scelti, visto che si taglierebbero fuori:

1. donne che non hanno conoscenze linguistiche adeguate...magari con un paio di traduttori, o di personale che conosce lingua, usi e costumi del paese di origine si potrebbe evitare questa esclusione
2. chi risiede a più di un'ora da un ospedale...ma se c'è il ricovero?!?
3. chi non ha un'alta tolleranza al dolore...e vabbé, questa passiamogliela altrimenti dice che ce l'ho con loro...
4. le donne sole o prive d'assistenza...vedasi il punto 3.
5. le donne prive di auto...questa è veramente una “perla”, una di quelle cose comiche che non sarebbero venute in mente neanche al grande duo di Totò e Peppino De Filippo!! Da applausi veramente!! Mi spiegate qual'è il motivo per cui bisogna tener fuori chi è privo di auto? Perché pensare che possa farsi accompagnare è considerato un pensiero troppo comunista?
C'è un'altra cosa che non capisco, e che per questo mi fa protendere per la linea ipocrita di chi si dichiara “pro-vita” o altre etichette consimili: perché parlano tanto di salvaguardare la vita di un embrione (non entro nel merito, altrimenti facciamo notte...) ma non fiatano quando sotto i bombardamenti o nelle guerre in cui noi “civilmente occidentali” siamo i fornitori unici di armi muoiono i bambini? Cos'è, quelli essendo nati nella parte sfigata del mondo non hanno diritto alla vita?

"Quella medicina è proprietà morale delle donne" disse il ministro francese Claude Evin. Ecco – continua Balieu - mi piace pensare che la Ru486 è delle donne, sono loro a dover decidere.”
Parole sante (è proprio il caso di dirlo).