Raccogliendo briciole...



SE AVESSIMO DEI BENI, DOVREMMO DISPORRE ANCHE DI ARMI PER DIFENDERLI [San Francesco]




Circa 23 miliardi e 352 milioni di euro è la cifra che la finanziaria 2008 dello stato italiano ha inscritto alla voce “spese militari”.
A Gleneagles (g8 2005) l'Italia si era impegnata a dare lo 0,51% del PIL entro il 2010 e lo 0,7 entro il 2015. Abbiamo mantenuto il 3% di quella promessa, e – dando la colpa alla crisi – probabilmente daremo un taglio anche a quel 3%, azzerandolo o quasi.
L'immagine che viene fuori nei giorni dei vari G8 è sempre la stessa: come novizi apostoli seduti intorno al tavolo dell'ultima cena (non certo la loro...) questi signori ammirano i miracoli del dio di turno: non un dio “divino” come quello rappresentato dal quadro di Leonardo. Ma un dio “terreno”, “materiale”. Si chiama dio Denaro ed è quel dio talmente ingiusto da rendere possibile una situazione – come ci dice padre Alex Zanotelli - in cui 3 famiglie (le tre famiglie americane più ricche) possiedono in ricchezza il corrispettivo del Prodotto Nazionale Lordo annuo di 48 stati africani che rappresentano 600.000.000 di persone.

Un miliardo di persone nel pianeta vivono con meno di un dollaro al giorno. Non stanno tentando di battere nessun record e non hanno fatto voto di povertà, la loro realtà non è una scelta ma la loro unica possibilità.

cantava Jovanotti alcuni anni fa. Viviamo in un mondo in cui da una parte si uccide un moscerino perché fastidioso e dall'altra sono i bambini che muoiono per una puntura di un moscerino.
A scuola ci hanno insegnato che esistono un “primo” ed un “terzo” mondo. Peccato che il mondo, almeno fino a nuovo ordine, sia unico per tutti quanti. Sia quelli che dovrebbero abitare in quello “a 5 stelle” sia quelli che abitano nell'ultimo mondo.
Con l'aiuto – quel poco che è stato dato finora – dei paesi ricchi è stato possibile salvare molte vite (si stima sui 3.000.000 di persone) dal virus dell'Hiv e mandare ben 34 milioni di bambini a scuola. Questo vuol dire che abbiamo creato – potenzialmente – 34 milioni di artisti, di politici, di economisti, di premi Nobel.
Con questa crisi, però, rischiamo che di questi 34 milioni di bambini pochi possano permettersi di continuare gli studi, e quindi magari di poter insegnare ad altri bambini a salvarsi dalla povertà, perché tutti i governi, tutte le istituzioni che chiamiamo sovranazionali e che dovrebbero salvaguardare l'andamento del mondo (come il FMI, quello stesso organismo che permette la situazione di povertà e disoccupazione in Argentina...) dicono che non ci sono i soldi. Eppure tutti o quasi trovano i soldi per gli armamenti ( a quest'anno sono 1464 miliardi di dollari, cioè il 2,4% del Prodotto Interno Lordo mondiale).

"Quando tagliate gli aiuti levate il cibo dalla bocca dei bambini affamati; togliete letteralmente gli aghi dalle vene dei malati. Le economie di tutti i paesi sono un disastro, eppure tutti - eccetto l'Italia - mantengono le loro promesse ai più poveri. Signor Berlusconi, come può guidare il G8? Dov'è la sua credibilità?" [Bob Geldof intervista Berlusconi - La Stampa 05/07/2009]

Quando parliamo di Africa, quando parliamo di quello che convenzionalmente chiamiamo “Terzo Mondo”, spesso lo facciamo con animo giustamente ma posticciamente caritatevole.
Perché? Perché molti di noi si limitano a fare la solita donazione a questo o quell'ente (niente di sbagliato, intendiamoci...) e poi continuare a vivere la propria vita borghesemente ovattata.
A me viene in mente un vecchio aforisma della saggezza orientale:

“Se un uomo ha fame non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescare.”

E' questo secondo me il miglior modo per aiutare davvero le popolazioni povere. Se riusciamo ad insegnare ad un ragazzo povero a leggere, a scrivere ed a potersi difendere (e in tal senso non intendo niente di violento), gli insegniamo allo stesso tempo a poter essere egli stesso insegnante per altri (la propria famiglia, la propria tribù, etc etc...). Immaginate voi con 34 milioni di maestri cosa sarebbero in grado di fare.

Se possiamo mettere fine alla miseria e alle privazioni con interventi relativamente economici e facilmente attuabili, quali ad esempio le zanzariere, i farmaci contro l'Aids, o una manciata di semi e fertilizzanti, allora non abbiamo scelta. Dato che possiamo, allora dobbiamo. (Bono)