L'Inchiestatuni


Al civico 11 di via D'Annunzio ho visto delle lesioni sui muri. Ho chiesto spiegazioni e mi hanno risposto che la situazione era sotto controllo. Nicola, caro viceministro, è stato ucciso dall'imprudenza delle istituzioni." Lettera a Guido Bertolaso di Sergio Bianchi, padre di Nicola, 22 anni, studente morto nel terremoto. (dalla striscia rossa su L'Unità del 14 aprile 2009)

Niente. Proprio non ci riesco a non scrivere sul terremoto. E' più forte di me. Forse perché quella sottospecie di “anima giornalistica” che ho mi dice che lì sotto, tra quelle macerie, tra quei palazzi rimasti intatti, ci sono parecchie cose che non vanno. E che quindi devono essere raccontate. Ok, forse da lontano non è il modo migliore per rendere giustizia, ma per il mio modo di essere, probabilmente, questo è l'unico modo per non scrivere post di sole “male parole”. Non so se essere contento o meno del fatto che l'inchiesta che partirà – o dovrebbe partire – sia stata definita la “madre di tutte le inchieste” [aspetto che dà il titolo a questo post, parafrasato da un vecchio film sulla mafia intitolato “l'Attentatuni”], perché ormai ho fatto l'abitudine a vagonate di slogan che si risolvono nel nulla assoluto.
«La tragedia di oggi inizia 40 anni fa» dice a L'Unità Gianni Frattale, 60enne costruttore aquilano e figlio di costruttori. «Se allora avessero rispettato le regole...». Ecco, è questa una delle frasi che più mi rimbombano nella testa...più che altro mi chiedo se in 40 anni sia possibile non accorgersi di palazzi che si mantenevano in piedi per scommessa, o di come in 40 anni nessuno si sia accorto che alcuni pilastri invece che essere 80x80 erano 30x60. Tra i capi d'accusa non c'è il dolo, perché – come ci diceva giustamente Marco Travaglio – nessuno costruisce un ospedale con la chiara intenzione di fare dei morti. Però. Secondo me c'è un però immenso, perché mi chiedo se chi costruisce con materiali scadenti , ed ovviamente sa di farlo o chi non controlla che quei cantieri siano a norma e che in quei cantieri si costruisca tutto a norma, non sia da considerare in qualche modo “consapevole” dell'omicidio che potrebbe perpetrare. «Scopriremo di chi è la colpa» dice il procuratore Alfredo Rossini. Perché, non si sa di chi è la colpa? Non si sa chi erano i costruttori, chi erano i controllori? Non si sa quali erano le aziende che avevano vinto gli appalti? Quali erano le aziende alle quali erano affidati i lavori? Mi sembra ci sia poco da “scoprire” no? D'accordo, forse così ragiono in maniera sommaria, in maniera da “Santa Inquisizione”, ma nel momento in cui so che la multinazionale che aveva costruito l'ospedale è la stessa che sta costruendo la linea ferroviaria sulla quale potrei viaggiare, o quella che ha vinto l'appalto per il ponte sullo Stretto di Messina o per le centrali nucleari tanto amate da premier e affini, francamente ho seri dubbi che tutte queste opere siano costruite rispettando le norme. Ma a proposito dell'ospedale. Titolo a pagina 6 di Repubblica: “L'ospedale? Sconosciuto al catasto. Non ha mai avuto l'agibilità”. E qui mi incazzo per davvero. Ma come? Per 12 anni quell'ospedale è stato utilizzato quotidianamente e nessuno si è mai accorto che quella struttura non era stata dichiarata agibile? Possibile che non ci sia un cavolo di cristiano dentro a quell'enorme macchina burocratica del catasto che non si sia mai accorto di una cosa simile? Ora, non sono un esperto, ma non credo ci voglia una mente particolarmente arguta per capire una cosa simile no? Basta che qualcuno che sappia leggere le carte le legga. Basta poco, che c'vò (come direbbe Giobbe Covatta)? Io non so se sia meglio rispondere con “nessuno le ha mai lette” oppure con “qualcuno le ha lette, ma ha fatto finta di niente”, perché nel primo caso vuol dire che nessuno è in grado di fare il proprio mestiere [ed in questo paese in cui si mandano nani, ballerine, giullari e pornostar in Parlamento potrebbe anche essere...], oppure, secondo caso, bisogna capire il perché di tale distrazione.
Una delle tante distrazioni ce la spiega bene Roberto Saviano sulla Repubblica, in quanto, non lo dimentichiamo, in Abruzzo – come nella gran parte del paese – le mani di quella che una volta veniva chiamata “Piovra” si sono allungate già da un po'. Il settore di riferimento – traggo da L'Unità – è quello «degli appalti e dello smaltimento dei rifiuti attraverso la costituzione ed il trasferimento in Abruzzo di società che potrebbero servire da un lato come serbatoio per il riciclaggio di denaro sporco e dall'altro per ottenere finanziamenti pubblici e appalti per lo smaltimento dei rifiuti» . E la ricostruzione è un'occasione d'oro per le aziende in odore di malaffare. Già il fatto che, con l'avvento della cordata capeggiata dalla Impregilo nel 1991 [allora si chiamava Cogefar Impresit] il costo totale dei lavori sia passato da 5 milioni di euro preventivati a ben 100 milioni [no, non avete letto male, c'è scritto proprio “cento”] avrebbe dovuto non dico far pensare, ma per lo meno qualcuno si sarebbe dovuto incuriosire a questa repentina impennata dei costi no?
Altro punto di “scontro” è e sarà il reperimento dei fondi per il sostentamento alle popolazioni colpite dal terremoto. Sinceramente le soluzioni fornite in questi giorni dal ministro della Diseconomia TVemonti non mi sembrano molto “da ministro”, sarebbero più congeniali a qualche azzeccagarbugli di manzoniana memoria. Lotterie? 5X1000? Allora: le Lotterie mi sembrano tanto delle cretinate [certo, in mancanza di altro...] perché rimettono ai giocatori – spesso operai o lavoratori dipendenti – il costo della ricostruzione. Il 5x1000 è ancor peggio, in quanto esso è destinato alla ricerca ed al volontariato, che non navigano certo nell'oro. Certo, in mancanza d'altro...In realtà dell'altro ci sarebbe, ma ci toccherebbe andare a scontentare un po' di personaggi in quel del Vaticano, levandogli un po' di soldini di cui solo la minima parte è veramente destinata ad opere caritatevoli [l'8x1000, la cui destinazione è spesso a favore delle “sante saccocce dei colletti di cartone”, salvo rare eccezioni....], oppure si potrebbe diminuire le spese per gli armamenti, tanto per dirne un'altra...
Veniamo poi, sul finire di questo lunghissimo post, ad una cosa che mi ha colpito profondamente, e cioè la notizia, raccolta in rete e poi verificata su L'Unità, della presenza di una casa dello studente costruita un paio di anni fa e che non è praticamente stata scalfita dal terremoto. Nessuno la abitava. Sapete perché? Perché necessitava di un esborso economicamente poco conveniente. E su questo punto lascio a voi ogni commento.
Image Hosted by ImageShack.us Io credo una cosa, e con questa considerazione chiudo il post: su questa faccenda quella specie di “giornalismo alternativo” che sta nascendo in rete con i blog, i forum, il citizen journalism debba rimanere vigile sulla ricostruzione, debba in qualche modo far arrivare alla gente la “vera” voce della tragedia, visto e considerato anche che ci sono tanti paesini dai quali non si hanno notizie... Perché, come stiamo vedendo, il giornalismo ufficiale non se ne occupa – se non per elogiare fantomatici interventi di Sua Emittenza – e quei pochi che se ne occupano come dovrebbero e che poi sono sempre i “soliti noti” [Santoro] vengono tacciati di sciacallaggio [certo, Santoro&Co. Stanno avendo degli ottimi maestri tra i “trombettieri di Arcore”, o mi sbaglio?], in attesa del prossimo “editto bulgaro”...Io, per quel che è nelle mie possibilità, ci proverò, ma spero di non essere il solito “predicatore nel deserto”.

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Non c'entra molto con il post, però questa va fatta vedere: Domanda: ma il voto di scambio non era reato in Italia?
Poveri abruzzesi, sono passati dall'amico della Sanità all'amico "per voto"...