Speculazioni "popolari"



Via Bravetta, Roma.13 anni passati in un residence. Poi - di punto in bianco - italiani e stranieri [per lo più regolari...] vengono sbattuti fuori dall'allora giunta Veltroni. Così, senza avvisi e senza apparenti "colpe" [mentre i palazzinari stanno belli tranquilli...]...Via Bravetta è solo uno dei tanti esempi di un'emergenza che va oltre la c.d. "emergenza sicurezza". Si chiama "emergenza abitativa". Ma nessuno - o quasi - ne parla....
Gli alloggi di edilizia sociale oggi disponibili sono 952.800, a fronte di 2.580.000 famiglie che ne avrebbero pieno diritto. Sono questi i dati – aggiornati al novembre 2008 – presentati nel rapporto degli edili della CGIL. Questi dati indicano – specifico, ma non ce ne sarebbe alcun bisogno – che più della metà delle persone che vivono in affitto in realtà non potrebbe permettersi di pagare un canone di locazione. “Una delle cose che mancano, nel cosiddetto Piano Casa del Governo, è esattamente il sostegno a coloro che vivono in affitto, a coloro che sono sfrattati, alla costruzione di alloggi popolari” dice Guglielmo Epifani, segretario generale CGIL, commentando i dati di uno studio del Sunia [Sindacato unitario nazionale degli inquilini e assegnatari di case] secondo cui senza misure di sostegno al reddito delle famiglie in affitto nel triennio 2009-2011 si prevede che altre 150.000 famiglie [quindi, facendo un paio di calcoli – ipotizzando un nucleo familiare minimo composto da 2 persone – circa 300.000 persone] subiranno uno sfratto per morosità. Che, in termini “caserecci”, vuol dire che si ritroveranno in mezzo ad una strada.
Da cosa deriva tale situazione?
Causa principale non è – come sarebbe logico pensare – la richiesta di chi una casa non ce l'ha. Il “problema” [anche se francamente faccio fatica a definire “problema” dei diritti sacrosanti di ogni individuo] è costituito per lo più da chi una casa ce l'ha, ma non riesce a pagarne l'affitto. E questo è causa della conformazione stessa del mercato immobiliare italiano che, nell'ultimo decennio è andato a soddisfare per lo più una richiesta di abitazione “per proprietà” non rispondendo ai fabbisogni delle fasce sociali più deboli. A ciò, poi, si aggiungano i soliti profitti speculativi di chi non si rende conto – vuoi per stupidità, vuoi per interesse – che un'abitazione [sulla quale dal mio punto di vista si basa la dignità sociale di un individuo, insieme ad un lavoro dignitoso] non può subire le stesse regole di un mutuo bancario. Basta guardare a quei micro-scandali che ogni tanto scoppiano quando si parla di “affitti in nero”.
Come si può risolvere questa situazione?
Beh, sicuramente ampliando l'offerta di “edilizia popolare”. In rapporto con gli altri paesi europei, infatti, l'Italia registra una tra le più basse percentuali di alloggi di edilizia sociale pubblica pari al 4% a fronte del 36% dell'Olanda, del 22% dell'UK e del 20% della media comunitaria. Dagli anni '80 l'offerta abitativa pubblica nel nostro paese si è ridotta del 90%,
Io noto, nonostante l'enorme distanza “ideologica” che ci divide, che alcune buone idee sul “Piano Casa” potrebbero venire addirittura dal c.d. “Mutuo Sociale” proposto da Forza Nuova, in particolare ove si verifichi la vendita delle abitazioni a prezzo di costo [quindi senza alcuna possibile speculazione sulle spalle delle famiglie affittuarie, per lo più composte da operai o comunque da famiglie monoreddito] e laddove si pone come punto principale per la richiesta di un alloggio che nessun componente del nucleo familiare richiedente risulti proprietario di immobile.
Io chiedo – da ignorante in materia – se non sia il caso di rivedere tutto ciò che intorno all'”abitare” ruota. In particolare sull'abitare “sociale”, laddove vengano detassate abitazioni di coloro per cui pagare un affitto non è un problema. Ad esempio introducendo una tassazione proporzionale al reddito lordo, che presupporrebbe anche un aumento dei controlli fiscali per fare in modo che chi si ritrova con l'attico in pieno centro a Roma non si ritrovi a pagare meno di chi abita in un monolocale nella periferia sperduta e dimenticata da Dio.
Perché l'abitazione è un diritto. E sui diritti non si specula.