DreamTv

Immaginatevi questo possibile scenario:
Michele Santoro, Milena Gabanelli, Marco Travaglio, Oliviero Beha, Massimo Fini, i fratelli Guzzanti, Maurizio Crozza e Paolo Rossi insieme, sullo stesso canale. Per ben 5 giorni alla settimana. Sarebbe semplicemente il coronamento di un sogno per ogni cittadino realmente di sinistra e/o per tutti quelli che non apprezzano il teatrino di Sua Emittenza [ivi compreso – ovviamente – lo scrivente]. Fantascienza? No, assolutamente. Anzi, questo progetto dovrebbe essere già in essere da qualcosa come 9 anni. E questo progetto – questa utopia visto come sta procedendo la cosa – ha anche un “ideatore”. Il suo nome è Francesco Di Stefano, e per chi non lo sapesse è il proprietario di Europa7.
Eh sì, avete proprio letto bene. Questo post è ideato proprio per parlare di quella cosa che – in modo bipartisan – sembra essere stata dimenticata sia da destra [ovviamente], sia dal centro-sinistra [per motivi che non sembrerebbero così tanto ovvi, ma che in realtà lo sono...], sia da quel “covo di prime donne” noto come “sinistra” [per motivi che – francamente – ignoro...].
Sì signore, sto parlando – o meglio, scrivendo – proprio di quella cosa nota come conflitto di interessi.
Evito per ovvi motivi tutta la spiegazione dell'annosa querelle “Europa7 vs Rete4”, ve la potete tranquillamente leggere da soli cliccando su questo link http://it.wikipedia.org/wiki/Lodo_Retequattro.

Due fatti in questa settimana hanno “stuzzicato” la sovversività dei miei neuroni. Il primo è stato lo speciale di Rai3 con Saviano, raro caso di televisione non-spazzatura. Il secondo è stato l'intervento del secondo giorno di Sua Emittenza al congresso del PdL(V). Direte voi: e che c'entrano le due cose [direi “che c'azzeccano”, ma mi sta iniziando a venire l'orticaria con certi personaggi...]? Beh, non so a voi, ma a me le connessioni tra le due cose sono chiare. Eccome.

Il destino del PdL(V) dipende dalla capacità del governo di incontrare il consenso dei cittadini
Sono parole di Sua Emittenza dette proprio a quel congresso tra una barzelletta ed un applauso falso degli interinali che riempivano le prime file. Ora, non sono di certo io a dover spiegare “alla nazione” [o meglio, a quei 2-3 lettori che si sorbiscono i miei scritti] come si possa creare “mediaticamente parlando” il consenso dei cittadini [ci sono fior fiori di libri in merito...]. Ma sappiamo tutti che l'idea di Sua Emittenza è quella di creare un branco di cittadini-zombie allineate e sorridenti che lavorino nella grande catena di montaggio (a)sociale che con la sua visione del mondo ci sta propinando da una ventina d'anni a questa parte. Certo, questo processo non è da imputare totalmente all'ex cantante sulle navi da crociera, che altro non ha fatto che evidenziare un paio di caratteristiche insite nel DNA italiota, e cioè il menefreghismo verso il prossimo e verso la res pubblica a fronte di un interesse vivo solo per la “res propria” e lo “scansafatichismo” di cui siamo tra i maestri riconosciuti. E dunque cosa si poteva chiedere di meglio di un humus sociale simile per l'attuazione del “Piano” di Sua Emittenza? Cosa potrebbe chiedere di più chi non è abituato a sentirsi rispondere con un diniego [e nel caso o crea editti bulgari o cose di altra natura...] ?

E invece...E invece capita di trovare delle persone il cui cervello non è ancora lobotomizzato da tette siliconate di veline o di “gentili pulzelle” di natura simile che decidono che non si può vivere in un paese del genere, tanto per non avere il bis di certe pagine della nostra storia – non troppo – lontana. Capita di trovare duelle persone che si sono rotte gli “encomiabili” di un paese in cui ti tocca sorbirti due pseudo-giornalisti che sparano cretinate definendole notizie solo perché “il boss” ha detto così oppure di vedere sui tg nazionali per mesi e mesi notizie che al massimo sarebbero da cronaca locale solo per portare avanti il “governo della paura” per poi dirci che gli altri sono tutti “brutti sporchi cattivi e pure delinquenti” e che ci vogliono le ronde “celoduriste” per portare questo paese alla sicurezza.

Pensate invece quanto sarebbe bello potersi informare senza avere notizie filtrate dall'alto, senza doversi sorbire uno che dovrebbe stare in carcere che sta in prima serata in un reality show, quando magari ben più interessante sarebbe la storia di un giornalista che con la sua piccola tv combatte la mafia in Sicilia*[Pino Maniaci dalla sua TeleJato] e di cui evidentemente non si parla, se non nel circuito degli “scomparsi coglioni di sinistra”. Pensate come sarebbe bello sentirsi raccontare le storie del mondo e non l'ennesimo miracolo tricologico del Premier con uno speciale in prima serata [e magari pure a reti unificate...]. Sarebbe bello, ma questo sogno dipende da noi. Da ognuno di noi. Dipende da quella cosa che chiamano “opinione pubblica”, che deve – se veramente come credo ha a cuore questo paese – combattere per eliminare il conflitto di interessi da questo paese, magari facendo come si usava fare una volta, cioè protestando [no, non si può fare con il televoto da casa], scendendo in piazza, informando le persone, anche a costo di essere tacciati da “rompicoglioni”.

Perché un altra Italia è possibile. Io ci credo. E voi?

Chiudo con la trascrizione della chiusura di un articolo comparso su Repubblica Sabato 28 Marzo [purtroppo non ricordo la firma e me ne dolgo]"...Una tv di qualità, come dimostra ancora una volta il record di ascolti registrato nei giorni scorsi dallo "Speciale Saviano" su rai3, non vuol dire una tv d'elite, per pochi intimi. Vuol dire piuttosto una tv innovativa, impegnata, colta e intelligente: dall'informazione all'intrattenimento allo sport. Ma anche una tv utile, di servizio, dalla parte del cittadino, attenta alla difesa del cosumatore e alla tutela dell'ambiente, capace di interpretare le esigenze e le aspettative del pubblico. In una parola, insomma, una televisione civile." [Repubblica 28-03-09]


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